Diverse novità nell’organigramma voluto da von der Leyen sui commissari Ue, obiettivo garantire l’equilibrio di genere. Entro il 30 agosto i Paesi devono indicare i propri candidati, per l’Italia in pole il ministro Fitto
Archiviata la rielezione di Ursula von der Leyen alla guida dell’Ue, adesso tutte le attenzioni sono rivolte alla partita dei commissari. La presidente della Commissione europea ha inviato una lettera ai 27 Stati membri, chiedendo di presentare i candidati per il ruolo di commissario entro il 30 agosto. La richiesta include la proposta di un uomo e di una donna, tranne per i commissari uscenti destinati a rimanere.
OBIETTIVO GARANTIRE L’EQUILIBRIO DI GENERE
Garantire l’equilibro di genere è uno degli obiettivi fissati dalla leader tedesca, che già cinque anni fa riuscì a raggiungere. Tra il vincolo degli uscenti riconfermati e gli annunci già effettuati da alcuni Paesi, sta emergendo il nodo della rappresentanza femminile. Alcuni paesi poi si rifiutano di indicare due nomi. Come ad esempio l’Irlanda.
LE NOVITA’ NELL’ORGANIGRAMMA DELLA VON DER LEYEN
Lo stesso organigramma della Commissione è destinato a mutare. Finora l’esecutivo Ue ha avuto tre vicepresidenti esecutivi e tre vicepresidenti semplici. L’obiettivo di von der Leyen sarebbe quello di ridurre la rosa.
Non ci sarà invece una delega ad hoc sul Pnrr: il dossier resterà legato a un portafoglio comunque economico. Von der Leyen ha annunciato 5 nuovi portafogli: Sburocratizzazione (con rango di vicepresidente), Pesca e Oceani, Equità intergenerazionale, Mediterraneo, Alloggi. Tutti titoli che vanno “riempiti”, non solo di contenuti, ma anche di budget.
MELONI PUNTA SU FITTO, L’ALTRO NOME POTREBBE ESSERE BELLONI
Per l’Italia ormai è acclarato che il governo Meloni punti tutte le sue fiches su Raffaele Fitto. In questi giorni impazzano i retroscena, con la premier italiana impegnata a strappare una delega di peso e, se possibile, anche una vicepresidenza operativa. E’ uno scenario complicato che si avveri, una combo sulla quale gli scommettitori non punterebbero un euro.
Tra le probabili deleghe che saranno assegnate all’Italia potrebbe esserci quella alla Coesione, tema già nel portafoglio del ministro Fitto in Italia. Se, invece, von der Leyen preferirà assegnare al commissario/a italiano/a una delega meno operativa come quella sul Mediterraneo o alla Sburocratizzazione, allora è probabile che Giorgia Meloni preferisca tenersi stretto il suo ministro del Pnrr, pedina strategica nello scacchiere governativo meloniano. L’altro nome che probabilmente sarà indicato dal governo italiano è quello di Elisabetta Belloni, capo del Dis e sherpa del G7.
I NOMI DEI COMMISSARI GIA’ DECISI, DALLO SLOVACCO SEFCOVIC AL LETTONE DOMBROVSKIS
Al netto dell’Italia, per quanto concerne il resto dei Paesi membri si prevedono diverse riconferme oltre a una serie di nomine già definite. Come riportato da “Politico”, fra coloro che continueranno a occupare un posto nell’esecutivo comunitario ci sono lo slovacco Maros Sefcovic e il lettone Valdis Dombrovskis. E’ molto probabile che la stessa sorte tocchi a Dubravka Suica, anche se il governo croato non si è ancora espresso in merito, e a Wopke Hoekstra: l’olandese è diventato membro della Commissione europea lo scorso ottobre, subentrando a Frans Timmermans che si era candidato alle elezioni politiche nei Paesi Bassi. Sebbene Appello cristiano democratico, il partito di Hoekstra, non faccia parte dell’attuale coalizione di governo olandese, per lui sembra ampiamente probabile la nomina.
CONFERMATO IL GRECO SCHINAS, BRACCIO DI FERRO SUL FRANCESE BRETON?
Possibili, ma non ancora definite, anche le conferme del greco Margaritis Schinas e del francese Thierry Breton, anche se su quest’ultimo pesa l’esito delle recenti elezioni legislative: il trionfo alle urne del Nuovo fronte popolare, l’alleanza di sinistra, potrebbe costringere il presidente Emmanuel Macron a un governo di coabitazione con il blocco guidato da Jean Luc Melenchon che potrebbe “pretendere”, fra le varie richieste, proprio di poter nominare il nuovo commissario francese.
Altri Paesi membri, invece, hanno già indicato i loro nomi, addirittura ancor prima che la presidente von der Leyen inviasse la richiesta ufficiale. La Spagna ha proposto la ministra della Transizione ecologica Teresa Ribera e auspica di ottenere il portafoglio dedicato all’Energia e al Clima. La Svezia ha deciso di nominare Jessika Roswall, attuale ministra per gli Affari europei, mentre la vicina Finlandia l’eurodeputata Henna Virkkunen. Conti fatti anche per Slovenia, Irlanda e Repubblica Ceca: il governo di Lubiana ha indicato l’ex presidente della Corte dei conti Tomaz Vesel; Dublino ha proposto il ministro delle Finanze Michael McGrath; mentre la Repubblica Ceca ha nominato il ministro dell’Industria e del Commercio Jozef Si’kela.