La Lega di Salvini forza la mano per alzare il prezzo e ottenere qualcosa in più sulle nomine Rai
Che succede dalle parti di viale Mazzini? Il bandolo della matassa Rai è ancora molto intricato e più che alla scena bisogna guardare al retroscena. La scena è quanto previsto a Montecitorio dalle forze politiche nel corso della capigruppo di lunedì, ovvero la decisione di votare entro luglio i 4 membri del cda Rai scelti dal Parlamento. Il Consiglio di amministrazione è scaduto da due mesi, i vertici di viale Mazzini sono nei fatti dimissionari.
Tutto dipenderà dalla volontà dei leader di maggioranza che, dopo aver trovato la quadra sulle nomine alla Cassa depositi e Prestiti, hanno lanciato un primo segnale sulla volontà di arrivare alla stretta finale anche sulla Rai, nella convinzione che, per fermare le continue polemiche di quest’ultimo periodo intorno alla tv pubblica, serva garantire una guida chiara e superare le frizioni tra i partiti del centrodestra.
L’ACCELERAZIONE DI GIORGETTI E FONTANA PER CONTO DI SALVINI
Quel che conta però in questi casi è, come dicevamo, il retroscena. E sembra che l’accelerazione sul voto del Parlamento sui nuovi nomi del cda sia da addebitare alla Lega di Salvini.
Ecco cosa scrive Laura Cesaretti sul Giornale: “Quel che non c’è ancora è l’accordo nel governo sul cambio della guardia. Così ieri sia il partito della premier che Forza Italia sono rimasti un po’ spiazzati dalla pressante richiesta di accelerare e mettere in calendario entro luglio la questione Cda. Arrivata dal Ministero dell’Economia, azionista Rai: «Giorgetti si è mosso per conto di Salvini, per alimentare un altro focolaio di attriti», dicono dalla maggioranza. Tant’è che dal Senato (presieduto dal Fdi La Russa) è arrivato un colpo di freno: il calendario pre-agostano è già inzeppato all’inverosimile di decreti e fiducie: difficile trovare il tempo, meglio riparlarne a settembre”.
IN ARRIVO ACCORDO O POLPETTA AVVELENATA?
Aggiunge poi Michela Tamburrino su La Stampa: “La forzatura di Salvini che ha chiesto a Giorgetti titolare del Mef e a Fontana, presidente della Camera, di calendarizzare entro luglio il voto sui nuovi membri del cda Rai, potrebbe significare un accordo quasi fatto o una polpetta avvelenata per le speranze di qualcuno che avrebbe preferito posticipare a settembre. In Senato era quest’ultima la tendenza, segno che Meloni non aveva ancora chiuso il cerchio che forse si quadrerà in queste ore”.
LA FRENATA DI LA RUSSA AL SENATO
Come anticipato in qualche retroscena, ecco arrivare la frenata del presidente del Senato La Russa, il quale ha precisato che nel corso della conferenza dei capigruppo di Palazzo Madama “non abbiamo affrontato questo tema”, ovvero della possibilità, del Senato, di votare per i membri del cda della Rai entro la fine di luglio, in linea con l’impegno preso alla Camera di individuare una data nelle prossime settimane.
IL QUADRO, I DESIDERATA DELLA LEGA CHE VUOLE CONTARE DI PIU’
Perché Salvini forza la mano? La Lega – scrive sempre Cesaretti – “batte i pugni sul tavolo contro l’intesa sulle cariche tra Fdi (amministratore delegato, il designato è il meloniano Giampaolo Rossi ma da Palazzo Chigi ci sarebbero dubbi crescenti e ricerca di alternative, sarebbe stato sondato anche il direttore del Tg1 Chiocci) e Fi (presidente) e pretende più posti di comando: «A noi un direttore generale» (il designato sarebbe Ciannamea). Altrimenti, è l’avvertimento, potrebbero mancare i voti, in Commissione di Vigilanza, e a scrutinio segreto, per Simona Agnes, designata alla presidenza in quota Fi”.
La Lega – aggiunge La Stampa – “per non mettersi di traverso, chiede un posto apicale che sta cercando grazie al gran lavoro che sta svolgendo il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Alessandro Morelli, responsabile del tavolo tecnico Rai per la Lega. Ma anche Forza Italia, uscita dalle recenti urne come secondo partito della coalizione, vuole più di un ruolo di fatto non operativo, come la presidenza Rai. (…) Dunque alla Lega, che si era spinta a vedere in Antonio Marano, vecchio uomo Rai, ex sottosegretario di Berlusconi, un buon Ad, non resta che puntare sul direttore generale corporate e per quel ruolo vedrebbe bene Marco Cunsolo, direttore delle Produzioni Tv. Fa gola anche il posto di Iacopo Volpi, attuale direttore di Rai sport, di Fi, che va in pensione. Un ruolo la Lega vedrebbe adatto ad Auro Bulgarelli”.
Tra sgambetti e desiderata, anche al Carroccio non aspettano altro di capire se si rimarrà con un pugno di mosche in mano.