Bankitalia prudente sulla crescita, stime inferiori a quelle del Mef guidato da Giorgetti. Sul fronte Pnrr arriva la doccia fredda sulle spese da parte della Rgs
Prima il pragmatismo di Bankitalia, dopo il realismo della Ragioneria generale dello Stato. A finire nel mirino sono i conti pubblici italiani e le spese del Pnrr.
PER BANKITALIA LA STIMA SUL PIL RIMANE ALLO 0,6%, GIORGETTI PUNTA ALL’1%
Iniziamo dal bollettino economico della Banca d’Italia. L’economia dell’Italia cresce “a ritmo moderato” spinta dall’esplosione del turismo dove però il surriscaldamento dei prezzi di alloggi, ristorazione e altri servizi, frena la discesa dell’inflazione che resta comunque sotto il 2%. Il bollettino per ora resta ancora ancorato a quella stima di +0,6% del Pil per il 2024 diffusa a giugno in ambito Bce anche se, come ha spiegato il governatore Fabio Panetta all’assemblea dell’Abi, il secondo trimestre ha visto un Pil più o meno uguale a quel +0,3% dei primi tre mesi dell’anno.
Di contro, va ricordato, che il ministro dell’economia Giorgetti ha definito alla portata l’obiettivo dell’1% scritto nel Def dal governo.
LINEA PRUDENTE ANCHE DA CONFINDUSTRIA E CONFCOMMERCIO
Sulla linea prudente di Banca d’Italia (lo stesso Panetta aveva avvisato di non lasciarsi andare a un “eccessivo ottimismo”) è anche Confindustria. Nella sua congiuntura flash non fornisce numeri ma avvisa che si tratta di una “crescita lenta”, “cresce (poco) il Pil in Italia”. E Confcommercio in un suo rapporto stima un magro +0,1% nel secondo trimestre ma con un +0,9% nell’intero anno.
SI SPERA SUL TRAINO DELL’ESTATE E DEL TURISMO
Si vedrà se i mesi estivi, grazie al comparto turistico e dei servizi, possano dare quella spinta ulteriore al prodotto e se l’autunno sarà privo di elementi negativi anche sul fronte internazionale. Se infatti le presenze record di stranieri (oltre ai turisti nazionali) e la conseguente crescita della spesa fanno ben sperare, la manifattura del nostro paese prosegue nella sua flessione.
PNRR, I NUMERI DELLA RAGIONERIA: FINORA SPESI LA META’ DEI SOLDI
Sul fronte Pnrr, è Repubblica che a mettere in fila i numeri, spiegando che tra gennaio e giugno sono stati spesi meno di 4 miliardi, 650 milioni in media al mese. “Altro che Pnrr dei record – scrive Giuseppe Colombo – come ama definirlo Giorgia Meloni: il Piano nazionale di ripresa e resilienza ha le ganasce ai piedi. A sconfessare la narrazione della «prima nazione d’Europa» sono i numeri della Ragioneria generale dello Stato. L’ultimo monitoraggio di giugno rivela che sono stati messi a terra appena 49,5 dei 102,5 miliardi incassati fino ad oggi. Neppure la metà. Ecco il pantano”.
SE IL PIANO NON AVANZA, I SOLDI NON ARRIVANO
A due anni dalla scadenza, la questione che sta precipitando sulle scrivanie della premier e del ministro-regista del Piano Raffaele Fitto è capire come mantenere il ritmo, sempre più incessante, per incassare le rate semestrali.
(…) “Se il Piano non avanza – ricorda Repubblica – i soldi non arrivano. Fin qui tutto bene o quasi. Ma se le risorse portate a casa non vengono via via spese, allora i cantieri non avanzano come dovrebbero. Alla scadenza Bruxelles tirerà una linea. (…) L’ultimo report della Ragioneria ha spento l’euforia”.
L’AVVISO AI NAVIGANTI DI GIORGETTI
“(…) Chi è preoccupato e insofferente – annota infine Colombo – è invece Giancarlo Giorgetti. Nelle scorse ore ha letto il report della Ragioneria. E ha preso atto che il burrone è a vista. Così allarmato, il ministro dell’Economia, da decidere di uscire allo scoperto. Lancia avvisi ai colleghi: «Spendete tanto e subito», altrimenti i conti non tornano. (…) Il titolare del Tesoro sa che non basta. Per questo è ritornato a insistere sulla necessità di allungare la scadenza del Pnrr, portandola oltre il 2026. «Sarebbe stato più razionale prevedere tempi più normali, non ho paura ad affermarlo nelle sedi europee», le parole dell’arrembaggio”.