I leader riuniti per i 75 anni dell’Alleanza atlantica lanciano un chiaro messaggio a Putin: pronti i caccia F-16 per difendere l’Ucraina. E avvertono anche la Cina: basta aiuti a Mosca
Un piano da “guerra fredda”, così lo definisce il Corriere della Sera. La Nato scende in campo in modo esplicito e con un un impegno durevole per l’Ucraina. Lo ha annunciato il segretario Jens Stoltenberg che ha fatto capire che questo ” vasto piano di difesa per Kiev ed il suo popolo” è stato elaborato da mesi e che resterà in piedi anche in caso di un cambio di leadership alla Casa Bianca, “un impegno che i giornalisti che seguono il summit hanno iniziato a definire «a prova di Trump» annota il quotidiano diretto da Luciano Fontana. E che riguarda anche l’atteggiamento ondivago della Cina che di fatto “è l’alleato più prezioso dello Zar” come scrive Stefano Stefanini su La Stampa.
CON MOSCA OGNI IPOTESI DI DIALOGO E’ FALLITA, RAFFORZIAMO KIEV
A spiegare quello che sta succedendo, come il “livello di attenzione” dei leader mondiali stia aumentando anche perché le minacce di Putin sono sempre più evidenti ci pensa nella sua analisi Alberto Simoni corrispondente del quotidiano torinese: “L’Alleanza atlantica – scrive – ha messo in campo uno sforzo notevole per contrastare la Russia poiché quanto accaduto dallo scorso autunno e sino a primavera inoltrata ha dimostrato che ogni ipotesi di dialogo e negoziato con la Russia non può avvenire con un’Ucraina in posizione di debolezza”. E la decisione dei leader della Nato va in questa direzione: servono ulteriori sforzi., a Kiev bisogna dare strumenti tattici e strategici per la difesa aerea, superando le resistenze interne di alcuni paesi dell’Alleanza.
MELONI SULLE ARMI HA UN PROBLEMA E SI CHIAMA MATTEO SALVINI
Tra questi di certo non vi è l’Italia che è sempre stata sostenitrice della difesa dell’Ucraina anche se, a dire il vero, Giorgia Meloni comincia a capire che il vero problema lo ha in casa con il suo alleato più scettico, Matteo Salvini che ancora ieri, come riporta il Messaggero ha detto “no all’invio delle armi italiane a Kiev, allungano la guerra”. Ma il nostro presidente del Consiglio, come scrive Repubblica, ha rassicurato gli alleati: il sostegno dell’Italia continuerà. “La difesa dell’Ucraina dipende anche dalla capacità di deterrenza dell’Alleanza – ha detto il premier – e dal rafforzamento della sicurezza delle nostre nazioni, sulla quale dobbiamo continuare ad investire”. Ecco perché Meloni ha annunciato ai partner come riporta il Fatto Quotidiano che “la traiettoria della spesa per la difesa dell’Italia nel 2024 è in aumento. Il 2% è tra i nostri obiettivi, ma non è l’unico. Dobbiamo anche lavorare a un’industria della difesa innovativa e competitiva”.
SERVE “OPERAZIONE VERITA'” SULLO STATO DELLA DIFESA ITALIANA
Già e proprio su questo tema è da leggere l’analisi di Oscar Giannino sul Foglio che invoca una sorta di “operazione verità” sullo stato della Difesa tricolore. “L’aumentino servirà forse come segnale di fumo nella contesa con Salvini – scrive l’economista – ma è fuori dal trend di forte accelerazione in atto tra i membri europei Nato. Lo sa benissimo il ministro della Difesa Guido Crosetto, che di queste materie non è un apprendista, e che pure ha difeso lealmente nell’ultimo mese la linea che gli era stata data da Palazzo Chigi e Mef: il bilancio italiano non ha spazi per più spese alla Difesa. Ma allora si segua un’altra strada. Si faccia un’operazione verità sullo stato reale delle nostre Forze armate, si dica con chiarezza quali e quanti sono davvero i mezzi di piena operatività e non fermi nei depositi privi di manutenzione”. Giannino nella sua analisi lo dice apertamente: “si dica quanto siamo scoperti su pressoché ogni nuova categoria di piattaforme e sistemi più avanzati. E’ con la scoperta pubblica di quante solo poche dozzine di tank Leopard fossero davvero operativi, rispetto al numero in teoria in forza alla Bundeswher, che si creò uno choc senza il quale il governo tedesco non avrebbe potuto presentare il maxi fondo pluriennale di 100 miliardi di euro per la Difesa. Facciamolo anche in Italia. Ma non cerchiamo di prendere in giro i nostri alleati. Perché stiamo dicendo che l’Italia non può essere in prima linea in un serio dispositivo di difesa congiunta”. Come a dire ” a fare la guerra non si scherza”.