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Se gli Elkann ‘nascondono’ il flop di Stellantis dietro la Cisl

Crollo della produzione di Stellantis, a confermarlo un report della Fim-Cisl. Ecco come Repubblica, degli Elkann, ha riportato la notizia

Tutti i principali giornali hanno riportato la notizia del crollo della produzione di auto nelle fabbriche Stellantis in Italia, come emerso da un report curato da Fim-Cisl. Tutti nel titolo hanno fatto riferimento ovviamente a Stellantis, tranne Repubblica – del gruppo Gedi, controllata da Exor che è il primo azionista di Stellantis ed è la cassaforte della famiglia Agnelli-Elkann. Mentre l’altro giornale del gruppo – La Stampa di Torino, una volta simbolo della Fiat – non ha toccato l’argomento.

LA REPUBBLICA: “IL GOVERNO PARLA DI ACCORDI CON STELLANTIS MA NON ARRIVA AL DUNQUE”

Il quotidiano diretto da Maurizio Molinari ha titolato: “La Cisl: l’auto rallenta, Chigi convochi il tavolo” ed è indicativo anche il taglio dato all’articolo: “Il mercato dell’auto è in affanno, le vendite di elettriche decollano solo quando sono sostenute da poderosi incentivi e il governo da un anno dice di voler raggiungere un’intesa con Stellantis, ma il ministro delle Imprese, Adolfo Urso, non è arrivato al dunque. Il numero uno della Fim-Cisl, Ferdinando Uliano va in pressing sull’esecutivo. A fine anno la produzione sarà poco sopra i 500 mila veicoli a fronte dei 751 mila del 2023, la metà della soglia, 1 milione al 2030, indicata dal ministro Urso e condivisa da Stellantis. «Il governo rispetti l’impegno di convocarci entro luglio a Palazzo Chigi per definire impegni e garanzie per il rilancio di un settore in difficoltà», dice Uliano.

QUANTO HA PERSO STELLANTIS NEGLI ULTIMI MESI

Il calo produttivo di automobili nei primi 6 mesi è stato del 35,9% (185.510 unità rispetto alle 291.110 del 2023 e alle 306.601 del 2019, l’anno pre pandemia). Comprendendo i veicoli commerciali (+2% nel semestre a 117mila) la riduzione totale delle produzioni diventa del 25%, ma sempre molto distante sul totale dell’anno precedente: 405.870 unità contro 302.510) A questo punto – scrive il Giornale – si prospetta per Stellantis una chiusura d’anno con poco più di 500mila veicoli (furgoni inclusi) usciti dalle fabbriche. Erano 751.384 a fine 2023, 964.533 l’anno in cui è morto Sergio Marchionne (2018 ai tempi di Fca), mentre per trovare i 6 zeri bisogna scendere ancora di un anno, il 2017, con gli impianti in grande spolvero: 1.035.454 veicoli prodotti, il doppio se si guarda all’ipotizzata chiusura del 2024.

GLI STABILIMENTI IN ROSSO E QUALI SI SALVANO

Continua lo stato di emergenza a Mirafiori (-63%) con 19.510 auto sfornate, di cui 17.660 Fiat 500 elettriche, e il resto le sportive con il marchio Maserati (1.850 contro Tra vetture e furgoni, dalle fabbriche nazionali sono usciti 302.510 veicoli, contro 405.870 dello stesso periodo 2023 le 10mila unità negli anni di punta). Un toccasana è atteso dalla 500 ibrida, trasferita a Torino dalla Polonia, ma bisogna attendere il prossimo anno. A salvarsi dal «rosso» – prosegue il Giornale – è Pomigliano d’Arco (+3,5%), seppur alle prese con un forte rallentamento e grazie all’immortale Fiat Panda (+20%), mentre perdono quota Alfa Romeo Tonale e il gemello americano Dodge Hornet (-26%). Dato produttivo positivo anche per Atessa (furgoni) con una crescita del 2 per cento. Male Melfi (-57,6%), Cassino (-38,7%) e Maserati-Modena (da 600 a 160 supercar).

LA NOTA DI STELLANTIS: “SERVONO CERTEZZE NELL’ELETTRIFICAZIONE E MAGGIORE STABILITA’ DELLA DOMANDA”

Stellantis ha tenuto a precisare di avere «l’ambizione condivisa con il governo di raggiungere un milione di veicoli prodotti in Italia entro il 2030 ma c’è la necessità di superare le incertezze dell’elettrificazione e di una maggiore stabilità della domanda. Su questo Stellantis è sempre disponibile a un confronto con tutte le parti coinvolte nell’interesse dell’azienda, dei suoi lavoratori e del territorio». Ricordando tutti i progetti attivi, a partire da Mirafiori, l’azienda «è consapevole dell’impatto che l’andamento del mercato, italiano ed europeo, ha sulla produzione nazionale, con particolare riferimento all’elettrico e, su Mirafiori, alla 500e. Le difficoltà del mercato ci sono e ci obbligano a operare con unità di intenti e visione, attraverso aiuti diretti e indiretti, per competere a livello internazionale».

IL GIORNALE: ‘STELLANTIS SI SCORDA LE PROMESSE’. IL PIZZINO DI URSO A ELKANN

A ricordare gli obiettivi di Stellantis ci ha pensato anche il Giornale con un titolo eloquente ‘Stellantis si scorda le promesse’ e rilanciando le parole del ministro Urso: «Se la produzione di auto non dovesse aumentare, gli incentivi dei prossimi anni saranno diretti diversamente, in gran parte a sostenere gli investimenti produttivi della filiera dell’automotive del nostro Paese. Questa è una delle condizioni che abbiamo posto al tavolo con Stellantis».

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