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Chi è Sir Keir Starmer, il nuovo premier britannico

Starmer oggi sarà formalmente nominato primo ministro in Gran Bretagna, una storia di “self-made man”

Il partito laburista vince le elezioni e torna al go verno  in Gran Bretagna dopo 14 anni coi Conservatorie, Sir Keir Starmer oggi sarà formalmente nominato primo ministro. «Ho cambiato il partito laburista e, se avrò il privilegio di essere eletto, cambierò anche il Paese», ha promesso. Starmer ha una storia di “self-made man” – scrive il Sole24Ore – che piacerebbe molto agli americani, ma che da buon inglese riservato non ha sfruttato abbastanza.

DA GIOVANISSIMO LA TESSERA DEL PARTITO

Nato a Londra nel 1962 e cresciuto in un paese nei dintorni della capitale – è il profilo tracciato dal quotidiano di Confindustria – è stato il primo della sua famiglia ad andare all’Università. “In casa c’erano quattro figli e pochi soldi — il padre era operaio e la madre, infermiera in un ospedale pubblico, ha dovuto smettere di lavorare perché gravemente malata. In casa si respirava però passione perla politica: i genitori hanno scelto il nome Keir in omaggio a Keir Hardie, il fondatore e primo leader del partito laburista all’inizio del Novecento.

Starmer da giovanissimo ha preso la tessera del partito. Bravissimo a scuola, ha poi deciso di studiare Legge all’Università di Leeds e ha continuato gli studi con un Master a Oxford, sempre abbinando la vita universitaria all’impegno politico”.

DA AVVOCATO A DIFESA DEI DIRITTI UMANI, QUANDO LA REGINA NOMINO’ STARMER BARONETTO

“Nel 1987 – annota il Sole24Ore – ha iniziato la carriera di avvocato, specializzandosi nella difesa dei diritti umani, e ha seguito numerosi casi importanti anche all’estero. Ha difeso gratuitamente due attivisti citati in giudizio per diffamazione da McDonald’s perché avevano criticato i metodi del colosso del fast-food. Si è schierato con il Sindacato dei minatori per impedire le chiusure delle miniere imposte dai Conservatori al potere.

Il suo successo come avvocato lo ha portato a essere nominato Procuratore Generale nel 2008 e nel 2014 è stato elevato a Sir, o Baronetto, l’onorificenza più alta concessa da Regina Elisabetta II”.

La maggiore qualità che gli viene riconosciuta è una forte etica del lavoro. “Quand’era un giovane avvocato – ricorda poi il Corriere della Sera – una volta si immerse così tanto nello studio di una pratica da non accorgersi dei ladri che intanto gli stavano svaligiando la casa dove si trovava”.

FORTEMENTE EUROPEISTA, STARMER E’ CONTRARIO ALLA BREXIT

Ha deciso poi di entrare in politica, candidandosi alle elezioni del 2015 ed è stato eletto deputato nella circoscrizione londinese di Holborn & StPancras, dove vive. “Fortemente europeista – precisa il Sole24Ore – si è schierato a favore di restare nell’Unione Europea nel referendum del 2016. Nominato responsabile di Brexit per il partito dall’allora leader, Jeremy Corbyn, si è battuto per un secondo referendum. Nell’aprile 2020, quando è stato eletto leader dopo le dimissioni di Corbyn reduce dalla sconfitta alle urne del 2019, Starmer ha promesso di cambiare il Labour, riportandolo verso il centro e trasformandolo da movimento di protesta a partito ‘eleggibile’”.

HA MESSO AI MARGINI GLI ESTREMISTI E IL SUO EX CAPO CORBYN

E così ha fatto: ha emarginato gli estremisti di sinistra, compreso il suo ex capo Corbyn, e ha imposto una rigida disciplina. «A volte bisogna essere brutali per essere un buon leader», ha spiegato. “Il suo obiettivo – scrive il quotidiano di Confindustria – era riconquistare i voti di milioni di elettori laburisti, soprattutto nelle regioni più povere dell’Inghilterra del Nord, che nel 2019 avevano scelto i Conservatori a causa di Brexit. La sua strategia si è rivelata efficace nel restituire credibilità al partito e nell’ottenere il sostegno del mondo del business che temeva Corbyn. Ha alienato però l’ala a sinistra del partito che lo ha accusato di avere fatto troppi compromessi.

Starmer, ad esempio, ha cambiato registro su Brexit, dichiarando che bisogna rispettare l’esito del referendum e che, pur cercando rapporti più stretti con la Ue, non intende tornare a far parte dell’Unione doganale o del mercato unico. Ha promesso di investire nei servizi pubblici al collasso, ma per conquistare voti ha promesso di non aumentare le tasse sul reddito, le imposte societarie, i contributi previdenziali o l’Iva”.

“La sua cautela, la sua refrattarietà agli slogan – sottolinea poi il Corriere della Sera – esemplificata dallo scarno «Change» che si è scelto di persona, cassando le idee più creative dei suoi consiglieri, fanno parte di un atteggiamento volutamente minimalista. Come fosse l’unica cura possibile”.

L’ANEDDOTO

E’ arrivato tardi alla politica e non lo ha fatto certo per stare all’opposizione. Nel 2021, dopo l’ennesimo rovescio, la sconfitta nell’elezione suppletiva nel collegio operaio di Hartpool, stava per tornare agli amati codici. «Non capisco cosa ci sto a fare qui. Odio fare questo lavoro». “Fu la moglie Vittoria – evidenzia il Corriere -, l’anima di sinistra della coppia, a impedirgli di scrivere la lettera di dimissioni.

LA FAMIGLIA E LA VITA PRIVATA DI STARMER

Starmer non ama parlare della sua famiglia, ma ha detto che una delle ragioni per cui è entrato in politica è stata ridare dignità e promuovere un senso di rispetto per chi lavora, dato che suo padre da operaio si era sempre sentito emarginato e poco importante.

La moglie Victoria è infermiera, ha due figli adolescenti che ha tenuto lontano dai riflettori. Oltre alla politica – conclude il Sole24Ore – la sua grande passione è il calcio, sia come giocatore che come tifoso — la sua squadra è l’Arsenal e non si perde una partita.

“Negli ultimi giorni di campagna elettorale Starmer ha cercato di darsi un profilo più fascinoso, da vero uomo di potere, cedendo a scelte di immagine come quella di abbandonare l’auto per i viaggi al nord, e di utilizzare lo stesso jet privato che ha portato in Germania la nazionale di calcio inglese. Sempre all’insegna del «Change». Ma adesso che il Regno Unito ha cambiato per davvero – è la chiosa del Corriere – comincia la parte difficile”.

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