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Biden si ritira? Chi sono i possibili successori alla corsa della Casa Bianca

Il fallimento di Joe Biden al primo dibattito elettorale potrebbe cambiare il volto della campagna per le presidenziali negli Stati Uniti

Joe Biden rinuncia alla riconferma alla guida degli Stati Uniti dopo il flop nel primo confronto tv con Donald Trump? E’ questo l’interrogativo che serpeggia nelle ultime ore su tutti i media internazionali. La disastrosa prestazione dell’attuale presidente ha riacceso la preoccupazione dei democratici. Gli occhi sono puntati sugli eventuali sostituti in corsa, in caso di passo indietro. E c’è già chi scalda i motori.

BIDEN PUO’ DAVVERO RINUNCIARE? IL PIANO B E IL RUOLO DEI DELEGATI

Come spiega il Sole24Ore “si può arrivare a un nuovo candidato solo se Biden rinuncia e alla convention di Chicago del 19 agosto i delegati sono liberi di scegliere un altro nome. Secondo le regole del Comitato Nazionale Democratico, non esiste alcun meccanismo attraverso il quale altri leader di partito possono escludere Biden. Ci sono da considerare i delegati, Biden ha vinto il 95 per cento dei quasi 4mila delegati che hanno promess0 ma non sono legalmente impegnati a votarlo. C’è chi nota però che i delegati sono stati selezionati per fedeltà a Biden e quindi difficilmente gli volterebbero le spalle a meno che non sia lui a chiederlo.

Nel caso il presidente decidesse di mettersi da parte, si darebbe il via a una competizione dagli esiti incerti. Potrebbero a questo punto avere un ruolo di primo piano i superdelegati – funzionari eletti e leader del partito – che voterebbero a piacimento senza alcun vincolo in caso di gara aperta in cui nessuno dei pretendenti abbia conquistato una maggioranza”.

COSA ACCADE SE BIDEN FA UN PASSO INDIETRO ALLE PRESIDENZIALI USA

Spetta al Corriere della Sera ricordare che “non è mai successo che un candidato abbia rinunciato a questo punto della campagna elettorale, ci sono ottime probabilità che si riveli una decisione fallimentare. Se dovesse rendersi necessaria, Biden resterebbe in carica fino alla fine del mandato come successe a Lyndon Johnson nel 1968, ma i delegati da lui vinti durante le primarie – il 95% dei 4 mila totali – tornerebbero in palio. Il sostituto verrebbe scelto quindi durante la convention di agosto a Chicago, mentre se Biden si ritirasse dopo la convention spetterebbe al partito scegliere il successore”.

CHI SONO I PRINCIPALI CANDIDATI DEMOCRATICI PER SOSTITUIRE BIDEN

Sempre il Corriere della sera spiega che tra i sei candidati in corsa “l’ipotesi più concreta è la vicepresidente Kamala Harris, anche se le regole del partito non le danno nessun vantaggio in caso Biden decidesse di ritirarsi. Non riceverebbe in automatico i delegati, ma il presidente potrebbe tentare di influenzare il processo dandole il proprio endorsement. Il più quotato è invece il governatore della California Gavin Newsom: relativamente giovane, di bella presenza, con un profilo nazionale, anche se è stato sfiorato da qualche scandalo. Newsom si trovava ad Atlanta e ai giornalisti ha ribadito che il partito resta unito con il presidente”.

LA SUGGESTIONE MICHELLE OBAMA

“Il terzo nome – sottolinea l’inviato da New York Andrea Marinelli – è quello della governatrice del Michigan Gretchen Whitmer, nota soprattutto perché durante il Covid tenne abilmente testa a Donald Trump che alimentava le proteste contro le restrizioni che aveva imposto, e poi per il tentativo di rapimento ai suoi danni da parte di una milizia, finito con nove condanne. Ci sono poi alcuni nomi in seconda fila: il governatore della Pennsylvania Josh Shapiro, quello dell’Illinois J.B Pritzker, il deputato della California Ro Khanna. Infine, c’è l’eterna suggestione di Michelle Obama, rilanciata da tanti ma respinta – e più di una volta – dalla stessa ex first lady che sostiene di non avere nessuna intenzione di tornare alla Casa Bianca”.

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