Il Cdm ha approvato un decreto legge e un disegno di legge, misure con l’obiettivo di abbattere le liste d’attesa. Critiche dalle opposizioni
Il Consiglio dei Ministri ha approvato due provvedimenti che riguardano la sanità, fortemente voluti dalla premier Giorgia Meloni e dal ministro Orazio Schillaci e che insistono in particolare sull’abbattimento delle liste d’attesa. Alla fine, dopo un braccio di ferro con il Mef, si è optato per due testi, un decreto legge (di sette articoli) e un disegno di legge (di 15 articoli). Critiche da parte delle Regioni per la mancata concertazione e dalle opposizioni, che accusano si tratti di una scatola vuota e di una mossa elettorale, a pochi giorni dalle Europee.
COSA PREVEDE IL DECRETO LEGGE SILLE LISTE D’ATTESA
Il decreto legge reca “misure urgenti per la riduzione dei tempi di attesa delle prestazioni sanitarie”. Ecco che cosa prevede nel dettaglio.
Articolo 1 – Presso Agenas è istituita la Piattaforma nazionale per le liste d’attesa di cui si avvale il ministero della Salute: l’obiettivo e’ “disporre per la prima volta di un monitoraggio puntuale e reale dei tempi di attesa per l’erogazione delle prestazioni sanitarie”. La piattaforma nazionale e’ finalizzata a dialogare con le piattaforme regionali delle liste di attesa. Questo nuovo sistema di monitoraggio mira a superare quello attuale che non consente di conoscere l’offerta di prestazioni rispetto alla domanda.
Articolo 2 – Per rafforzare le attivita’ di monitoraggio e controllo del Sistema nazionale di verifica e controllo sull’assistenza sanitaria istituito nel 2005 nasce un Organismo di verifica e controllo sull’assistenza sanitaria alle dirette dipendenze del ministero della Salute.
Questo organismo verifica il corretto funzionamento del sistema di gestione delle liste di attesa e dei piani operativi per il recupero delle liste. E’ autorizzato ad accedere presso tutte le tipologie di strutture sanitarie per verificare e analizzare le disfunzioni emergenti a seguito del controllo delle agende di prenotazione su segnalazione del cittadino, degli enti locali e delle associazioni di categoria utenti. L’Organismo puo’ acquisire documentazione e richiedere chiarimenti e riscontri a cui le aziende sanitarie e le Regioni interessate hanno l’obbligo di rispondere, anche per via telematica, entro 15 giorni.
Articolo 3 – Per la prima volta sussiste l’obbligo di un Cup unico regionale o infraregionale con tutte le prestazioni disponibili del pubblico e del privato convenzionato. A oggi nei Cup regionali il privato convenzionato o non è presente o lo è soltanto in minima parte: per questo si prevede espressamente la nullita’ del contratto con il privato accreditato che non provveda a inserire le prestazioni nei Cup pubblici; per chi è autorizzato ma non ancora accreditato, il collegamento con i Cup pubblici diventa requisito per il rilascio dell’accreditamento istituzionale. Se le prestazioni non vengono erogate nei tempi previsti dalle vigenti classi di priorità, le aziende garantiscono al cittadino la prestazione attraverso il ricorso all’intramoenia o al privato accreditato. Divieto per le aziende sanitarie e ospedaliere di sospendere o chiudere le attivita’ di prenotazione. Il Cup deve attivare un sistema per richiamare il cittadino e richiedere la conferma o la cancellazione della prenotazione effettuata, almeno entro due giorni prima dell’erogazione della prestazione, per evitare il fenomeno delle prestazioni prenotate e non effettuate.
Articolo 4 – Visite ed esami diagnostici anche di sabato e domenica, prolungando la fascia oraria. Per evitare eccessi nell’attività in intramoenia, a scapito dell’attivita’ istituzionale finalizzata alla riduzione delle liste d’attesa, si prevede che in ogni azienda ospedaliera le ore di attivita’ libero professionale non debbano eccedere quella ordinaria.
Articolo 5 – Si incrementa la spesa per il personale di un importo complessivo pari al 15% dell’incremento del Fondo sanitario rispetto all’anno precedente. In sostanza, rispetto a oggi il tetto di spesa e’ meno stringente per il 2024 e dal 2025 viene abolito e sostituito da un altro meccanismo che non e’ di tipo vincolante ma legato alla programmazione delle aziende sulla base di un fabbisogno standard di personale sanitario. La norma va incontro alle reiterate richieste delle Regioni di rimozione del vincolo sulle assunzioni.
Articolo 6 – Piano d’azione per il rafforzamento dei servizi sanitari e sociosanitari nelle sette regioni del sud destinatarie del Programma Nazionale Equita’ nella Salute 2021-2027: iniziative per realizzate investimenti sulle infrastrutture di tipo tecnologico, adeguamento infrastrutturale e potenziamento tecnologico dei Dipartimenti di salute mentale, dei Consultori familiari e dei Punti screening, ammodernamento e implementazione delle attrezzature informatiche, tecnologiche e diagnostiche, formazione degli operatori sanitari.
Articolo 7 – Flat tax al 15% delle prestazioni orarie aggiuntive dei professionisti sanitari impegnati nella riduzione delle liste d’attesa.
IL DISEGNO DI LEGGE
Tra le misure principali del disegno di legge (15 articoli) c’è l’aumento del 20% delle tariffe orarie per il personale per i servizi aggiuntivi contro le liste d’attesa, la possibilità per gli specializzandi di incarichi libero professionali fino a 10 ore settimanali. Confermate le misure contro i gettonisti con la possibilità di assumere con contratti di lavoro autonomo.
L’aumento dei limiti di spesa per l’acquisto di prestazioni sanitarie da privati accreditati. Inoltre le Regioni assegnano obiettivi annuali sulla riduzione delle liste di attesa per la valutazione e la verifica dell’attività dei direttori regionali della sanità e dei direttori generali delle aziende. In base al raggiungimento o meno di tali obiettivi sono previsti premi, sanzioni e anche la sospensione.
Prevista, come avevamo anticipato, anche l’istituzione del Sistema nazionale di governo delle liste di attesa (SINGLA) comprensivo di strutture, strumenti, e competenze, volto a riunire in un unico organismo diverse funzionalità. Il SINGLA è governato da una Cabina di Regia, presieduta dal Ministero della salute.