Il Def parla chiaro: i contribuenti italiani entro il 2027 pagheranno circa 100 miliardi di tasse in più. Il report di Unimpresa
I contribuenti italiani pagheranno sempre più tasse. Nel 2027 circa 100 miliardi di tasse in più. Non lascia speranze l’analisi del Centro studi di Unimpresa secondo il quale la pressione fiscale in Italia, nei prossimi anni, è destinata a salire. “Siamo delusi perché riteniamo la riduzione della pressione fiscale un punto imprescindibile del piano del governo per poter mettere il Paese nelle condizioni di crescere, sul piano economico, a un ritmo più robusto rispetto alle previsioni da prefisso telefonico – ha detto il vicepresidente di Unimpresa, Giuseppe Spadafora -. Noi siamo convinti che qualcosa si possa fare, magari agendo sul versante della spesa, per poter trovare le risorse necessarie. La prossima settimana il Consiglio dei ministri esaminerà una serie di provvedimenti fiscali, per intervenire sull’Irpef e ridurla: è una occasione formidabile per cambiare passo”.
DEF: NEL 2027 IN ITALIA PAGHEREMO 2094 MILIARDI DI TASSE
Se nel 2024 il peso delle tasse, rispetto al PIL, si attesterà al 42,1%, nei prossimi anni aumenterà arrivando al 42,4% nel 2025 e nel 2026 e poi ancora un altro balzo al 42,3% nel 2027. Queste percentuali, in termini nominali, tracciano un quadro pesante per i conti pubblici italiani: l’incasso dello Stato passerà da 996 miliardi del 2023 a 1.094 miliardi del 2027. Il Centro studi di Unimpresa ha analizzato il Def e ha rilevato che non sarà in grado di ridurre il peso delle tasse che grava sui contribuenti, cittadini e imprese.
LE MANCANZE DEL DEF, SECONDO UNIMPRESA
Le misure previste dal Documento di economia e finanza non saranno in grado, secondo l’analisi di Unimpresa, di allentare la morsa della pressione fiscale. Se nel 2023 gli italiani hanno pagato 996 miliardi tra tasse e altri contributi, nel 2024 salirà a quota 1.011, nel 2025 a 1.054 miliardi, nel 2026 a 1.079 miliardi nel 2026 e nel 2027 a 1.094 miliardi. Il gettito fiscale aumenterà dal 9,8% in quattro anni.
DEF: LE TASSE CHE AUMENTERANNO DI PIÙ
Ma quali sono le imposte che aumenteranno di più? A crescere saranno sia le imposizioni dirette che indirette. Assisteremo a un aumento di Irpef, Ires, Irap e Imu: 320 miliardi nel 2023, 325 miliardi nel 2024, 334 miliardi nel 2025, 342 miliardi nel 2026 e 354 miliardi nel 2027. Tra le imposte dirette l’Iva è la voce principale, il gettito, arrivato a 294 miliardi l’anno scorso, è destinato a salire a 306 miliardi nel 2024, 312 miliardi nel 2025, 320 miliardi nel 2026 e 327 miliardi nel 2027. A crescere saranno anche i contributi sociali che nel 2023 si sono attestati a quota 269 miliardi e saliranno a 276 miliardi nel 2024, a 300 miliardi nel 2025, a 309 miliardi nel 2026 e a 317 miliardi nel 2027.
CONTI PUBBLICI ITALIANI: AUMENTANO LE ENTRATE E ANCHE LE USCITE
Se aumentano le entrate non diminuiscono, però, le uscite. Le prestazioni sociali in denaro nel 2024 arriveranno a 447 miliardi, a 455 miliardi nel 2025, a 467 miliardi nel 2026 e a 480 miliardi nel 2027. Uno squilibrio che avrà l’effetto di creare altro debito, in barba ai vincoli di bilancio imposti dall’Unione europea. Tuttavia, l’indebitamento netto calerà progressivamente rispetto ai 149 miliardi del 2023: il buco del 2024 sarà pari a 93 miliardi, a 81 miliardi nel 2025, a 69 miliardi nel 2026, a 51 miliardi nel 2027.
I NUMERI DEL DEBITO PUBBLICO ITALIANO
Le manovre del Def sono lo specchio della disastrosa situazione dei conti pubblici italiani. Secondo gli ultimi dati dell’Eurostat il nostro paese conta un rapporto Deficit/PIL 2023 al 7,4% e un debito pubblico pari al 137,3% del PIL. Il nostro paese, insieme a Grecia (161,9%), Francia (110,6%), Spagna (107,7%) e Belgio (105,2%), risulta avere un’esposizione molto più alta rispetto a quella degli altri paesi europei. Il debitodell’eurozona è sceso dal 90,8% del 2022 all’88,6% del 2023, mentre la media dei 27 è passata dall’83,4% all’81,7%. Per il deficit, invece, si registra in media un calo dal 3,7% del 2022 al 3,6% nel 2023 nell’eurozona ed un aumento dal 3,4% del 2022 al 3,5% del 2023 nell’UE. Nel 2023 i deficit più elevati sono stati registrati in Italia (-7,4%), Ungheria (-6,7%) e Romania (-6,6%).