Biden deve convincere gli americani che potrebbe essere l’ultimo argine al ritorno di Trump. Il post di Samuele Mosconi per il blog Geopolitica e politica estera
Il percorso verso la vittoria di Joe Biden non passa dal convincere gli americani che sarebbe un buon Presidente tanto quanto dal convincere gli americani che potrebbe essere l’ultimo argine al ritorno di Trump che la sua campagna ha tutto l’interesse a dipingere come un aspirante autocrate, sfruttando i commenti incauti e gli atteggiamenti spesso poco democratici dell’ex Presidente, dalla negazione dei risultati delle elezioni del 2020 ai commenti apertamente vendicativi contro i suoi avversari politici.
LA TUTELA DELLA DEMOCRAZIA PREOCCUPA GLI AMERICANI
Secondo recenti sondaggi la tutela della democrazia rimane la principale preoccupazione degli elettori Democratici e persino degli Indipendenti mentre il 53% degli elettori afferma di non ritenere Trump idoneo ad essere eletto se condannato, qualcosa di probabile per un uomo con 91 procedimenti penali di accusa aperti, e il 42% degli americani a questo punto non voterebbe mai Trump in ogni caso. Argomentazioni che come mostrano le primarie repubblicane nel New Hampshire hanno una certa risonanza presso l’elettorato moderato del GOP e tra gli indipendenti con tendenze repubblicane.
Biden se vuole vincere deve enfatizzare i comportamenti negativi di Trump e proporsi come argine alla completa degenerazione del clima politico democratico che spesso il suo avversario ha avvallato o sostenuto con comportamenti inediti. Prima di questo però l’attuale inquilino della Casa Bianca deve aumentare le sue interviste e apparizioni pubbliche per fugare almeno parzialmente i più vasti timori sulla sua età.
È impossibile che l’anzianità di Biden possa smettere di essere il fattore più critico per la sua rielezione, ma serve che il candidato Democratico provi ad arginare alcune delle obiezioni più gravi di incapacità senile che gli vengono mosse contro. Sinora Biden dalla sua campagna elettorale del 2020 ha ottenuto alcuni dei suoi migliori successi proprio nei discorsi incentrati sulla tutela della democrazia e della civiltà politica. Un punto di forza che la sua campagna elettorale del 2024 non dovrebbe sottovalutare.
ECCO COME L’AMMINISTRAZIONE BIDEN STA ARMANDO GLI UCRAINI
Nel frattempo, sul fronte della politica estera, il presidente Usa sta armando gli ucraini nonostante lo stallo al Congresso provocato dai Repubblicani della Camera. Tramite vendite e aiuti militari a paesi terzi come Grecia ed Ecuador, gli Stati Uniti stanno richiedendo alle suddette nazioni coinvolte nelle triangolazioni (è successo recentemente anche al Kuwait) di trasferire armi all’Ucraina. Queste triangolazioni al momento riguardano perlopiù la difesa aerea con greci ed ecuadoregni che hanno donato o sono stati sollecitati a donare missili e lanciatori a lungo raggio S-300 e Hawk, e missili e lanciatori a corto raggio Tor e Osa (l’Ecuador ha restituito tutti i suoi Osa all’Ucraina nel corso di questo mese).
Poche settimane fa il Kuwait ha dichiarato il trasferimento a Kyiv di un centinaio di esemplari della versione jugoslava dei T-72. La Casa Bianca ha iniziato ad aggirare apertamente i Repubblicani della Camera e ci si può solamente aspettare che nelle prossime settimane questo esercizio di creatività legislativa cresce esponenzialmente qualora il blocco agli aiuti dovesse perdurare evitando un accordo al Congresso.
Da tempo l’amministrazione Biden ha messo lo sguardo sull’EDA (Excess defense authority) che permette alla Casa Bianca di consegnare direttamente materiale bellico all’estero dalle riserve nazionali senza l’autorizzazione del Congresso degli Stati Uniti