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Conte Renzi

Se Conte insegue Renzi per stanare Giorgia Meloni

Le strategie politiche e comunicative di Giuseppe Conte e Matteo Renzi nel contrastare la premier. I Graffi di Damato

Giuseppe Conte, forse inquieto anche per la prospettiva di un duello televisivo fra Giorgia Meloni ed Elly Schlein che un po’ disturba la sua visibilità e la nota aspirazione a sorpassare il Pd per assumere la guida prima dell’opposizione e poi dell’alternativa al centrodestra o destra-centro della premier in carica, non ha voluto apparire scavalcato anche da Matteo Renzi. Cui peraltro l’avvocato di Volturara Appula non ha ancora perdonato, né -credo- perdonerà mai l’azione condotta fra il 2020 e il 2021 per fargli perdere Palazzo Chigi, dopo averlo salvato nel 2019, e farlo sostituire da Sergio Mattarella con Mario Draghi. Dalla cui esperienza sarebbe maturato tutt’altro corso politico da quello previsto da Beppe Grillo quando obbligò praticamente un incerto Conte a contribuire al governo dell’ex presidente della Banca Centrale Europea con un po’ di ministri, fra i quali quello degli Esteri Luigi Di Maio. Che rimase poi con Draghi anche quando Conte decise di sabotarlo via via, sino a farlo cadere e a interrompere la legislatura con elezioni anticipate.

GIUSEPPE CONTE CONTESTA A GIORGIA MELONI “UNA QUESTIONE MORALE”

Pertanto all’intervista di Renzi di ieri al Corriere della Sera contro la Meloni, che sarebbe stata “brava” nelle tre ore e più di conferenza  stampa d’’inizio d’anno a “nascondere” le difficoltà del suo governo e relativa maggioranza, il capo del Movimento 5 Stelle ne ha voluto far seguire oggi una sua alla Stampa contro “tutte le bugie” della premier. Alla quale ha contestato anche una “questione morale”, come fece nel 1981 l’allora segretario del Pci Enrico Berlinguer, in una famosa intervista ad Eugenio Scalfari, contro la Dc da lui aiutata nel 1976, con la maggioranza di cosiddetta solidarietà nazionale, a superare le difficoltà di un risultato elettorale con “due vincitori” -disse Aldo Moro a proposito della stessa Dc e del Pci- incapaci di organizzare una maggioranza l’una contro l’altro per ragioni o numeriche o politiche.

Poi la cosiddetta questione morale usata da Berlinguer per liquidare i passati rapporti con la Dc da lui stesso interrotti nel 1979, in verità,  per non prestarsi al riarmo missilistico di una Nato sotto il cui “ombrello” si era pur sentito protetto dall’invadenza sovietica, sarebbe stata adoperata dai suoi successori nel 1992 contro Bettino Craxi che stava entrando nel tritacarne di Tangentopoli.  Altri tempi, altri uomini.

Ora la questione morale sollevata da Conte contro la Meloni nasce dalla mancata sostanziale rimozione di Daniela Santanchè da ministra del Turismo o di Andrea Delmastro da sottosegretario alla Giustizia, o dalla copertura che la premier ha fornito al vice presidente leghista del  Consiglio e ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini esonerandolo dal dovere o dall’opportunità di riferire in Parlamento su affari, pur del passato, su cui sta indagando la Procura di Roma fra l’Anas e i Verdini padre e figlio: Verdini come Francesca, la fidanzata dello stesso Salvini figlia e sorella degli indagati entrambi agli arresti domiciliari.

– Leggi qui tutti i Graffi di Damato

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