Lunga conferenza stampa della premier Meloni che ha risposto alle domande su tutti i principali dossier di attualità politica ed economica.
Come da attese, la conferenza stampa della premier Giorgia Meloni, due volte rinviata a fine dicembre, ha toccato tutti i temi di attualità, sul fronte politico, economico. Scarso appeal la politica internazionale. La domanda sul caso Pozzolo, ovvero la notizia di questi giorni relativa al deputato ‘pistolero’ di FdI, è arrivata dopo un’ora e mezza. In tutto 42 domande in poco più di tre ore.
L’incontro con la stampa si è aperto con l’intervento del presidente dell’Ordine dei giornalisti il quale ha fatto riferimento alla cosiddetta legge bavaglio e alle relative proteste della Fnsi davanti a Palazzo Chigi.
Ecco tutte le principali risposte della presidente Meloni.
MELONI: “NESSUN BAVAGLIO ALLA STAMPA, LEGGE DI INIZIATIVA DEL PARLAMENTO”
“La norma è frutto di un emendamento parlamentare che arriva da un esponente dell’opposizione su cui c’è stato parere favorevole del governo ma non è un’iniziativa del governo per cui la manifestazione sotto Palazzo Chigi, quando iniziativa non è del governo doveva essere sotto il Parlamento visto che le Camere si sono assunte le responsabilità. L’emendamento riporta l’articolo 114 del codice di procedura penale al suo perimetro originario. La riforma Orlando fece un’eccezione consentendo la pubblicazione delle intercettazioni. Qui non si toglie il diritto del giornalista ad informare io non ci vedo un bavaglio a meno che non si dica che la stampa sia stata imbavagliata fino al 2017. A me pare un’iniziativa valida, forse non l’avrei presa, io non l’ho fatto, ma mi pare una norma di equilibrio tra il diritto di informare ed il diritto alla difesa del cittadino”.
“NON HO ANCORA DECISO SE CANDIDARMI IN UE. MIA CANDIDATURA SPINGEREBBE ANCHE ALTRI LEADER”
“Non ho ancora deciso se candidarmi alle europee “ma devo capire se una mia eventuale candidatura toglierebbe tempo al mio lavoro dal presidente del consiglio. Perché penso che sia una decisione che va presa insieme agli altri leader della maggioranza”-
Quella se candidarsi in Ue “è una decisione che ancora non ho preso. Sono persona per la quale niente conta di più che sapere di avere il consenso, quindi tutte le volte che ho potuto l’ho fatto. Anche ora che sono presidente del consiglio misurarmi sarebbe utile, a maggior ragione. Utile e interessante. Penso che la mia eventuale candidatura potrebbe portare anche altri leader a fare la stessa scelta che potrebbe diventare un test altissimo livello”.
MELONI: “IN UE MAI CON LA SINISTRA, ALTRA COSA E’ IL VOTO SULLA COMMISSIONE”
“Non sarei disposta a fare una maggioranza stabile in parlamento con la sinistra”, un “ragionamento diverso” è il sostegno: “quando si forma la nuova commissione” dove “quando si fa un accordo e “ciascuno nomina un commissario poi i partiti di governo” tendono a votare a favore dell’accordo. Meloni ha ricordato inoltre che anche nel caso di Ursula von der Leyen la commissione è stata votata anche da partiti come il Pis polacco che poi “non hanno mai fatto parte della sua maggioranza”.
“Io lavoro per costruire una maggioranza alternativa” a Bruxelles “che tra l’altro negli ultimi mesi ha dimostrato di esistere su alcuni dossier, dalla transizione green all’immigrazione. Se questo non fosse possibile all’esito delle elezioni europee, io non sono mai stata disponibile a fare una alleanza parlamentare con la sinistra”.
“MINISTRI CANDIDATI IN UE? NON LAVORO A RIMPASTO”
“Non auspico, non voglio e non lavoro a un rimpasto dei ministri, sono contenta della mia squadra, del clima che c’è, del lavoro che stiamo facendo, poi tutto si può migliorare”. Poi si vedrà “caso per caso” quando ci saranno le scelte “dei partiti con le candidature, io non le sto seguendo”. Così la presidente del Consiglio Giorgia Meloni in conferenza stampa di fine anno. “Per ora abbiamo parlato dell’ipotesi di candidare i tre leader del partito della maggioranza, per me è corretto fare insieme” questa riflessione ma “mi pare molto presto: io non lavoro per ottenere un rimpasto”.
MELONI: “L’ITALIA PUNTA A UN RUOLO DI PESO IN COMMISSIONE UE”
“Ritengo che l’Italia abbia le carte in regola per avere un ruolo importante in linea col suo peso: è un altro obiettivo che l’Italia si dà”. Così la presidente del Consiglio Giorgia Meloni in conferenza stampa di fine anno a proposito della “rappresentanza” italiana nella prossima Commissione europea. Tra le “cose da fare” il lavoro è per “avere domani una Commissione e una politica che sappia essere più forte negli scenari di crisi, più efficace, più determinata nel perseguimento di una sua agenda strategica per non consegnarci a nuove pericolose dipendenze, dobbiamo imparare dai nostri errori, più efficace sulle migrazioni”.
“DRAGHI COMMISSARIO IN EUROPA? PRESTO PER PARLARNE. HA DETTO NO”
Draghi presidente della commissione Ue? “Oggi parlare del totonomi della presidenza e dei commissari è buono per fare dibattito ma non è il tema, il vero tema è cosa debba fare la commissione”. Lo ha detto la presidente del consiglio, Giorgia Meloni, in conferenza stampa alla Camera. “Credo che sia impossibile parlare oggi di chi potrebbe guidare la commissione, Draghi ha dichiarato di non essere disponibile, sono due elementi da considerare”. “Io sono stata oppositrice di Draghi – ha detto – ma questo non mi ha impedito di sostenere la sua politica estera”. A Palazzo Chigi “c’è stato un passaggio di consegne fra persone che si rispettano, sono contenta che Draghi collabori con la commissione, per le sue competenze”.
MELONI: “LA LETTERA DI MATTARELLA SUL DDL CONCORRENZA NON RIMARRA’ INASCOLTATA”
“L’appello del presidente Mattarella non rimarrà inascoltato, valuterò con gli altri partiti di maggioranza e con i ministri”. Così Giorgia Meloni, alla conferenza di fine anno rispondendo ad una domanda sui rilievi del Quirinale sul ddl concorrenza e in particolare sulle concessioni degli ambulanti e dei balneari.
“Ho letto con grande attenzione la lettera del Presidente – ha detto Meloni – Per quanto riguarda gli ambulanti, il nostro intervento si è reso necessario per uniformare il trattamento che alcuni beneficiari avevano avuto con il rinnovo di 12 anni nel 2020 con quello di altri operatori che non lo avevano avuto per le difficoltà dei comuni”. Per quanto riguarda i balneari, “il governo per la prima volta ha iniziato un lavoro mai fatto prima con la mappatura, per verificare il principio della scarsità del bene, richiesto per applicare la Bolkenstein. Curiosamente in tutti gli anni nessuno ha ritenuto di farlo. Noi abbiamo proceduto celermente, ora l’obiettivo è una norma di riordino che consenta di intervenire sulla attuale giungla, in un confronto con la Commissione europea e con gli operatori, per evitare l’infrazione e per dare certezza della norma” che consenta di superare “le difficoltà per gli operatori e gli Enti locali”.
“POZZOLO SOSPESO DA FDI IN ATTESA DEL COLLEGIO DEI PROBIVIRI. CON I MIEI DEPUTATI SARO’ RIGIDA”
“Io ho chiesto che Pozzolo venga deferito alla commissione dei probiviri di Fdi indipendentemente dal lavoro che fa l’autorità competente e che nelle more del giudizio sia sospeso da Fdi”. Queste le parole di Giorgia Meloni alla conferenza di fine anno commentando la vicenda di Emanuele Pozzolo. “Sulla classe dirigente del mio partito, c’è sempre qualcuno che non ti aspettavi e fa errori o cose sbagliate. Pero’ non son disposta a fare questa vita se persone intorno a me non sentono la responsabilità. Non sempre accade ma per la responsabilità che abbiamo, e io vivo quella responsabilità, su questo intendo essere rigida”.
“Il parlamentare Pozzolo dispone di un porto d’armi per difesa personale non so perché ce l’ha ma non va chiesto a me, ma all’autorità competente. Girava con un’arma a Capodanno – ha spiegato – presumo che a chi ha un porto d’armi capiti di portare un’arma, ma la questione è un’altra chiunque detenga un’arma ha il dovere legale e morale di custodire quell’arma con responsabilità e serietà. E per questo c’è un problema con quanto accaduto perchè quello che è successo, non conosco la dinamica, dimostra che qualcuno non è stato responsabile e chi non lo è stato è quello che detiene l’arma. Vale per qualsiasi cittadino, figuriamoci per un parlamentare, figuriamoci per uno di Fdi”.
MELONI: “FAMILISMO IN FDI? ACCUSA CHE MI HA STANCATO”
“Questa accusa di familismo comincia a stufarmi. Nell’attuale legislatura ci sono due coppie di coniugi entrambe a sinistra, Pd e sinistra Italiana che ha un gruppo di 8 persone per cui la coppia fa il 25% del partito e non c’è mai stata un’accusa di familismo. Si sa che quando dedichi tanto tempo alla politica le persone diventano amici, moglie o marito. ma non toglie il valore del militante”. Mia sorella è da 30 anni militante di Fdi, forse la dovevo mettere in una partecipata statale come fanno gli altri, l’ho messa a lavorare al partito mio”. Lo afferma la premier Giorgia Meloni, nel corso dell’incontro con la stampa.
COMMESSE ANAS, PER MELONI SALVINI NON DEVE RIFERIRE IN AULA
“Penso che sulla questione bisogna attendere il lavoro della Magistratura, gli sviluppi, se necessario commentare quelli e non i teoremi. Da quello che ho letto le intercettazioni fanno riferimento al precedente governo, Salvini non è chiamato in causa e ritengo che non debba intervenire in Aula su questa materia”. Questo il commento della premier rispondendo ad una domanda sull’inchiesta sugli appalti Anas.
“Penso che si faccia sempre un errore quando si trasforma una cosa come questo in un caso politico contro il governo. L’unica tessera che ha avuto Tommaso Verdini era quella del Pd ma nessuno di noi ha detto che il Pd era coinvolto”.
Meloni ha poi sottolineato: “Visto che siamo fra di noi voglio dirvi che mi stupisce sempre un po’ e un po’ mi preccupa quando vedo su uno, due o addirittura tre quotidiani virgolettate mie dichiarazioni che non ho mai fatto. Approfitto per dirlo: sul caso specifico di Tommaso Verdini ho trovato virgolettate sui quotidiani dichiarazioni che non ho mai fatto, neanche in privato”.”È una tendenza che mi è capitato di incontrare alcune volte in questo anno e un po’ mi preoccupa: con questo meccanismo si può inventare qualunque cosa”, ha aggiunto e poi ribadito: “Non ho mai fatto su Tommaso Verdini le dichiarazioni che ho letto. Non ho mai avuto cose particolari da dire perché non ho gli elementi per commentare il fatto in sè”.
“DEGNI? NE RISPONDANO SCHLEIN E GENTILONI. GRAVE LA SUA SFRONTATEZZA”
“Io ho da chiedere alla sinstra se sia normale che persone nominate per incarichi super partes si comportino da militanti politici. Mi aspetto una risposta da Elly Schlein”. Così la premier Giorgia Meloni . “Mi ha colpito molto che non ci sia stato nessuno a sinistra a dire due parole su questo tema: Paolo Gentiloni che l’ha nominato, Elly Schlein, io vengo chiamata in causa per qualsiasi cosa”.
“Ritengo che non spetti a me dire che cosa dovrebbe accadere ma mi spetta dire qualcosa sulla gravità di quello che è accaduto: avere un magistrato della Corte dei conti che come incarico ha quello di mettere in sicurezza i conti pubblici che spera per ragioni politiche che l’Italia vada in esercizio provvisorio con tutte le conseguenze oggettivamente un po’ di preoccupazione la mette”. Ma “la cosa più grave è la sfrontatezza con la quale questo giudice ritiene che sia normale farlo”.
MELONI: “CONFRONTO CON SCHLEIN? MAI SOTTRATTA”
“Mi impegno volentieri ad un confronto con Schlein. Credo sia normale, giusto che il presidente del consiglio dei ministri si confronti con il leader dell’opposizione prima della campagna elettorale per le elezioni europee. Non mi sono mai sottratta non lo farò stavolta”.
“FRA IL MIO RUOLO E MIA FAMIGLIA SCEGLIEREI MIA FIGLIA”
La maternità come massima spirazione? “Non so dirle se la parola aspirazione sia giusta, ma posso dire che da Presidente del consiglio, sono la donna considerata fra le più affermate in italia, se mi si chiedesse cosa scegliere fra il ruolo di premier e mia figlia Ginevra non avrei dubbi, come qualsiasi altra madre, perché la maternità dà qualcosa che nient’altro può regalare. Se questo è il concetto lo condivido. Non condivido che il traguardo della maternità posso toglierti opportunità”. Lo ha detto la presidente del consiglio, Giorgia Meloni, in conferenza stampa alla Camera.
MELONI: “NOI CONTRO AFFARISTI, FORSE ATTACCHI LEGATI ANCHE A QUESTO. CONDIZIONAMENTI? NON SONO RICATTABILE”
“Chi mi conosce sa bene cosa io pensi di questioni che riguardano affaristi e compagnia cantante, non sono mai stata particolarmente comprensiva, mi pare che con questo governo affaristi, lobbisti e compagnia cantante non stiano passando un bel momento e non escludo che diversi degli attacchi che ci arrivano siano figli di questa dinamica”. “Io non ritengo di dire di più su questo, io dico solo che non sono ricattabile, sono una persona che sceglie liberamente. Non dico che gli altri si facciano condizionare – ha spiegato Meloni – io non lo sono e lo ribadisco ogni volta che posso penso che questo debbano fare i politici non ho altro da dire”.
“AMATO? AUTORITARIO PENSARE CHE DESTRA NON ABBIA DIRITTI”
“Si pone il problema perché entro il 2024 il Parlamento, che oggi ha una maggioranza di centrodestra, deve nominare 4 giudici della Corte Costituzionale, quindi” ci sarebbe “il rischio di una deriva autoritaria”. “Questa idea per cui quando vince la sinistra deve poter esercitare tutte le prerogative e quando vince la destra no, temo necessiti di alcune modifiche costituzionali”, credo sia “una deriva autoritaria pensare che chi vince le elezioni non abbia le stesse prerogative della sinistra”. Lo ha detto la premier Giorgia Meloni con riferimento alle parole di Giuliano Amato.
MELONI: “SU PATTO DI STABILITA’ SODDISFATTA DELLA SINTESI A CONDIZIONI DATE”
“Non credo che il tema della mancata ratifica del Mes vada letto in relazione ai risultati del patto di stabilità” di cui “io sono soddisfatta a condizioni date. Chiaramente non è quello che avrei voluto io”. Da ciò “emerge che in Europa non c’è questo superiore interesse comune, ci sono nazioni che valutano il loro migliore interesse e poi” si trova una “sintesi”. Sul Mes “non potevo impormi sul Parlamento in base ad un superiore interesse comune”.
“IL NO AL MES E’ OCCASIONE PER RENDERLO PIU’ EFFICACE. IN MAGGIORANZA MAI MAGGIORANZA PER RATIFICA”
“Il governo” sul Mes “si è rimesso all’Aula e la ratifica è stata bocciata”. “Il Mes è uno strumento chesesiste da tempo e io penso che nella reazione dei mercati si legga una consapevolezza rispetto al fatto che è uno stumento obsoleto. Forse la mancata ratifica da parte dell’Italia può diventare un’occasione per trasformarlo in qualcosa di più efficace”.
In Parlamento “non c’è mai stata una maggioranza” per approvare la ratifica della modifica del Mes ha aggiunto. “Perchè l’ex governo Conte l’ha sottoscritta quando sapeva che non c’era una maggioranza per approvarla? Ha messo l’Italia in una situazione di difficoltà”.
MELONI: “TRA AUMENTO TASSE E TAGLI SPESA PREFERISCO I TAGLI. CONFIDO DIMINUISCANO TASSI BCE”
“Se la domanda è aumenta le tasse o taglia la spesa pubblica, tra le due preferisco tagliare la spesa pubblica e penso si possa fare un lavoro ancora più preciso”. Lo ha detto la presidente del Consiglio Giorgia Meloni in conferenza stampa. “Il mio obiettivo è confermare le le misure che abbiamo portato avanti, se riesco addirittura a migliorarle, lo valuteremo nel corso dell’anno”, ha aggiunto. “Io non sono per aumentare le tasse, quest’anno le ho diminuite tagliando la spesa pubblica”. “Non sappiamo quali saranno gli sviluppi dell’economia quest’anno, la crescita stimata comunque – è un dato buono – è superiore alla media Ue”.
In merito alle politiche della Bce, Meloni confida “che lungo questo anno si posa essere ragionevoli e immaginare una diminuzione dei tassi di interesse, che libererebbe diverse risorse che abbiamo da pagare sul debito pubblico”.
“TASSE SU EXTRAPROFITTI BANCHE E’ OPERAZIONE WIN-WIN”
La versione definitiva della tassazione sugli extraprofitti delle banche “per lo Stato è una operazione win win. Lo rivendico e credo si debba riconoscere il coraggio di chi a differenza di altri ha varato questa tassazione”. “Noi – ha aggiunto – avevamo varato una tassa su quello che era un margine giusto, non aveva un intento punitivo. In sede di conversione c’è stata l’aggiunta della possibilità di accantonare un importo pari a due volte e mezzo l’importa della tassa in una riserva non distribuibile. Questo comporta che aumentando le riserve aumenta il credito ai cittadini, in base a Basilea. Nel caso si optasse per questa seconda ipotesi, ciò comporterebbe un aumento del credito. E nel medio periodo alcune banche pagheranno più tasse”, ha aggiunto.
LA PREMIER: “PRESTO PER PARLARE DI MANOVRA CORRETTIVA”
“Atteso che tutti i Paesi europei hanno previsioni aggiornate, l’ Italia per la prima volta ha una crescita superiore a quella degli altri Paesi. Inoltre il Patto di stabilità parte dal 2025 e non dal 2024. Mi pare presto parlare di manovra correttiva.Noi manterremo aperto l’ osservatorio e in corsa si valuterà cosa fare”. Così Giorgia Meloni rispondendo ad una domanda su una eventuale manovra correttiva.
MELONI: “MIGRANTI, NUOVE REGOLE MIGLIORI MA NON E’ LA SOLUZIONE”
“Le nuove regole sul patto di immigrazione sono migliori del precedente, c’è un meccanismo serio che impegna gli altri Paesi a fare un lavoro di redistribuzione. I nostri hotspot – ha detto Meloni – erano pieni e noi abbiamo bloccato la possibilità di prendere persone che avevano passato il confine mentre gli altri paesi avevano bloccato la possibilità di redistribuire, ora per noi c’è un meccanismo di garanzia. Ma quel patto non è la soluzione non risolveremo i problemi dei migranti se pensiamo di gestirli solo quando arrivano. C’è un lavoro da fare a monte e che l’Italia non può fare da sola, tutto il G7 e prevalentemente l’Europa devono pensare all’Africa che è un continente potenzialmente ricchissimo ed una vittima di una destabilizzazione”.
“PER L’AFRICA NON SERVE LA CARITA’, PIANO MATTEI SIA MODELLO”
“Del piano Mattei non ha funzionato l’atteggiamento paternalistico che non aiuta nella cooperazione con i paesi africani. In Africa non va fatta la carità ma vanno costruiti dei rapporti di cooperazione e non predatori, difendendo il diritto a non emigrare. Il piano Mattei costruisce questa idea ed il mio obiettivo è che diventi un modello per gli altri Paesi. Ci sarà la conferenza Italia Africa tra poche settimana e quella sarà l’occasione per presentare il piano che poi si confronterà con il Parlamento. C’è il tema dell’energia che mette insieme l’interesse dell’Africa e dell’Europa. Ci sono progetti specifici che saranno presentati”.
“SU TERZO MANDATO SINDACI-GOVERNATORI DECIDANO LE CAMERE”
“Sul terzo mandato ravviso pro e contro, sono laica su questa materia. Sul metodo però, penso sarebbe corretto che una eventuale iniziativa venga presa dal Parlamento. Se il Parlamento intende prendere una iniziativa sul terzo mandato su sindaci e Presidenti di regione ne parlerò con il mio partito di riferimento. Non sarebbe una buona iniziativa se presa dal governo”.
Con riferimento invece al possibile inserimento del limite di due mandati per il premier eletto nel ddl di riforma costituzionale con il premierato elettivo, la premier Meloni ha risposto: “Se il Parlamento ritiene di inserire un limite (per i mandati al premier eletto ndr) lo farà; la norma sarà per lunghi mesi in Parlamento, la Camera e Il Senato faranno le modifiche necessarie. Io non la avevo pensata ma non sarebbe un grosso problema”.