Immancabili le strumentalizzazioni anche di fronte a questa tragedia, al femminicidio di Giulia Cecchettin. I Graffi di Damato
Non per fare polemica, ma francamente avrei preferito vedere il presidente della Repubblica Sergio Mattarella – così presente e partecipe di solito dei sentimenti della gente comune, non a caso rieletto al vertice dello Stato per un secondo e pieno mandato, diversamente da quello breve del suo predecessore Giorgio Napolitano – tra i cittadini di Vigonovo nella struggente fiaccolata di ieri sera in memoria di Giulia Cecchettin.
Che è, anzi era la laureanda in ingegneria biomedica sottratta alla giovinezza, ai sogni, ai genitori, agli amici da quello che doveva essere il fidanzato ed è stato invece il suo assassino. Di più, il suo aguzzino con tutte le sofferenze, fisiche e morali precedenti alle decine di coltellate infertele prima di caricarla sulla sua auto e di abbandonarla in un dirupo lontano, scelto apposto per cercare di non farla trovare e, chissà, farla anche franca, o quasi, con la giustizia pur così male amministrata in Italia. Con la quale, invece, dovrà fare i conti, ora che è stato catturato in Germania, dove è finita la sua corsa infame, e la sua estradizione è questione ormai solo di ore.
LA PRESENZA DI MATTARELLA AVREBBE POTUTO ATTENUARE LA STRUMENTALIZZAZIONE DELLA TRAGEDIA
La partecipazione del presidente Mattarella alla fiaccolata, in testa o fra la gente di Vigonovo, i genitori della vittima ed anche quelli dell’assassino, che ritenevano di avere un “figlio perfetto”, come ha detto sconsolato e inorridito il padre, avrebbe contribuito anche non dico ad evitare ma almeno ad attenuare, allontanare, compensare – come preferite – l’immancabile spettacolo della strumentalizzazione di questa ennesima tragedia del femminicidio. O dell’”uso politico” del delitto denunciato da Libero.
Scrivo di un uso politico tentato sicuramente dai soliti noti del teatrino, o teatraccio, dei partiti e dintorni dell’opposizione ma disgraziatamente -secondo me – raccolto e amplificato da chi è caduto nella provocazione. E si è messo a vantare – come ha fatto, per esempio, il Giornale – che nel 2023 governato in Italia da Giorgia Meloni e dalla sua maggioranza di destra-centro ci sono state “meno donne vittime” rispetto al passato di altri governi e altre maggioranze. Una cosa che mi sarei francamente risparmiata anche perché l’anno non è ancora finito e i numeri potrebbero prendersi una triste rivincita.
ESEMPLARE IL COMPORTAMENTO DEL PAPA’ DI GIULIA CECCHETTIN
Di fronte alla disinvoltura e scelleratezza di certe polemiche che – ripeto – una presenza di Mattarella a Vigonovo avrebbe ancora più bollato come la solita miseria, trovo esemplare il comportamento e le parole del papà della vittima tradotto felicemente dal Secolo XIX nel titolo “Da Giulia nasca qualcosa”. O dal titolo, temo troppo ottimistico, del Giorno, Nazione e Resto del Carlino “Che sia l’ultima”. E non invece soltanto la penultima in una società purtroppo rivelatasi al di sotto di ogni ragionevole aspettativa, anche dopo le leggi che sono state già approvate in materia, prima che altre sopraggiungano in tempi pure brevissimi, visto che all’ultima messa in cantiere manca solo il voto di una delle due Camere: il Senato.