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Manovra, Mes e rating, ecco il calendario di fuoco del governo

Saranno settimane e mesi intensi per il governo e la maggioranza, alle prese con le scadenze della manovra e degli altri provvedimenti economici, con l’attesa dei giudizi delle agenzie di rating e la decisione sul Mes

Si inizia lunedì mattina con il Consiglio dei Ministri (anticipato dal pre consiglio delle ore 7.30) durante il quale il governo dovrà varare il Documento programmatico di bilancio (Dpb) da inviare poi a Bruxelles. Il Cdm dovrebbe dare il via libera anche a una prima bozza della Legge di bilancio 2024, per poi ricevere luce verde tra il 20 ottobre e la fine del mese. Il Cdm segue l’approvazione da parte di Camera e Senato delle risoluzioni sulla Nadef e per l’utilizzo di uno spazio in deficit di 3,2 miliardi nel 2023 e la riunione a Palazzo Chigi tra governo e maggioranza per fare il punto sulle misure della finanziaria.

SULLA MANOVRA SI TEME LA SCURE DELL’UE

Il 21 novembre sulla base del Dpb, come spiega il Sole24ore, Bruxelles formulerà il primo parere sulla manovra per il 2024, e quindi anche sulle scelte dell’esecutivo in tema di deficit e debito. Il giudizio finale della Commissione Ue arriverà la prossima primavera. In mezzo l’approvazione da parte del Parlamento della Legge di Bilancio (scongiurando l’ipotesi dell’esercizio provvisorio) e anche le trattative in corso sulla riforma del Patto di stabilità e crescita.

“Bruxelles – ricorda il quotidiano di Confindustria – dovrà stabilire se i livelli di deficit e di debito approvati dal Governo siano o meno in linea con il nuovo criterio sulla spesa che si sta definendo in sede europea e se, eventualmente, aprire una procedura d’infrazione”.

CON LA MANOVRA IN ARRIVO ANCHE IL DECRETO FISCO

Nel frattempo gli uffici del Ministero dell’Economia sono al lavoro anche sulle norme fiscali, che come di consueto accompagneranno la manovra economica per assicurarne alcune coperture. Il decreto fisco collegato, che sarà presentato sempre lunedì in Cdm, dovrebbe includere proprio le misure da finanziare con il maggior deficit (con l’anticipo del conguaglio delle rivalutazioni delle pensioni e le misure sui contratti pubblici e i migranti). Potrebbe contenere anche alcune sforbiciate a detrazioni fiscali per i redditi alti, il concordato preventivo biennale e la cooperative compliance, e l’abolizione dell’acconto di novembre con la rateizzazione da gennaio a giugno 2024 per oltre 3 milioni di attività economiche.

L’ATTESA DEI GIUDIZI DELLE AGENZIE DI RATING

Le date cerchiate in rosso sono tra il 20 ottobre e il 17 novembre: il governo (e i mercati) attenderà i giudizi delle principali agenzie di rating, chiamate a valutare lo stato di salute del nostro debito e dei nostri titoli di Stato. La prima a pronunciarsi, il 20 ottobre, sarà Standard&Poor’s (oggi BBB con outlook stabile), seguita il 10 novembre da Fitch (BBB, outlook stabile) e il 17 da Moody’s.

 Come ricorda il Sole24ore, “è quest’ultima la data più attesa: la decisione di Moody’s è infatti rimasta in stand by da maggio, quando l’agenzia decise di non aggiornare il rating. L’attuale giudizio classifica l’Italia a Baa3 con prospettive negative e a fine aprile la stessa agenzia evidenziava in un report come l’Italia fosse l’unico Paese tra quelli “coperti” a rischiare «di perdere l’’investment grade». In questo clima di attesa sui mercati resta una certa fibrillazione. Basterebbe un ritocco al ribasso per far perdere al debito italiano il giudizio di “investment grade”, che viene riconosciuto ai titoli considerati sicuri”.

ENTRO NOVEMBRE LA DECISIONE SUL MES

Infine, entro novembre il governo dovrà pronunciarsi una volta per tutte anche sulla ratifica del Mes, che dovrà essere poi votata dal Parlamento.

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