L’ex capogruppo della Lega Nord Reguzzoni racconta clamorosi aneddoti dei colloqui avuti con l’allora capo dello Stato sui risvolti del governo Berlusconi-Bossi
“Napolitano mi minacciò: non metterti contro di noi” questo è il titolo di apertura oggi de La Verità. A pronunciare queste parole è Marco Reguzzoni. Per i neofiti della politica il nome può non dire nulla, ma Reguzzoni è stato uno degli assoluti protagonisti del governo Berlusconi-Bossi, l’ultimo – amano sostenere i nostalgici di destra – ad essere eletto dal popolo (al netto del governo Meloni).
Capogruppo alla Camera della Lega Nord a 39 anni tra il 2010 e il 2012 (quando a comandare era Bossi e la Lega nazionale di Salvini non era neppure nei sogni), Reguzzoni racconta oggi in una intervista al quotidiano di Belpietro e in un intervento sul Giornale alcuni degli snodi cruciali della XVI legislatura, quella delle accuse di ‘golpe’ contro il governo Berlusconi e che si concluse con Mario Monti presidente del Consiglio su incarico conferitogli proprio da Giorgio Napolitano.
IL RACCONTO DI REGUZZONI SUI COLLOQUI CON NAPOLITANO
“La prima volta che ho incontrato Giorgio Napolitano – scrive sul Giornale – sembra passato un secolo, all’epoca del governo Berlusconi-Bossi di cui ero capogruppo alla Camera, e lui aveva già oltre ottant’anni (…) Mi riempì di complimenti personali e aneddoti storici, soprattutto sull’alternanza dei governi repubblicani. Il Presidente voleva convincermi che – dopo lo strappo di Gianfranco Fini – il governo non aveva più i numeri e che occorreva cambiare premier e maggioranza. Mi permisi qualche timida obiezione. Si irritò, andammo in aula, il governo mantenne la maggioranza. Mi fece sapere che era arrabbiato, ma sempre con stile, come un sovrano deve essere”.
L’ex capogruppo della Lega Nord poi racconta aneddoti relativi al “secondo colloquio” che “fu meno affabile, più deciso: non avrebbe acconsentito a sciogliere le Camere, lui era il Presidente, stop. Esposta la decisione, via libera per altri complimenti personali e aneddoti storici sulle scelte dei suoi predecessori. Poi mi prese sottobraccio, come fa un vecchietto con un giovane, ma con una stretta più simile all’artiglio di un’aquila. Passeggiammo tra mille sale del Quirinale, sorvegliati dallo sguardo espressivo dei ritratti e da quello inanimato dei commessi in livrea. Congedandomi mi disse «stia con noi, è così giovane che ha tutta una carriera davanti, non si metta contro di noi»”.
QUANDO NAPOLITANO GLI DISSE: “PERCHE’ TI METTI CONTRO DI NOI?”
Su La Verità Reguzzoni torna sui passaggi cruciali di quella legislatura: “alla Camera Fini toglie la fiducia al governo, ma noi riusciamo lo stesso a mantenere la maggioranza (…) La posizione mia e di Bossi, della Lega era: sciogliamo le Camere e andiamo al voto. Avevamo una grande maggioranza nel Paese, avremmo vinto di certo”. E Napolitano? “Mi dice: «No, non se ne parla. Non le scioglierò mai». (…) Mi prende sotto al braccio e inizia a dirmi: «Ma perché ti comporti così, sei giovane, sei un ragazzo sveglio, perché ti metti contro di noi, non metterti contro di noi».
A questo punto il giornalista Carlo Tarallo lo incalza, chiedendo se avesse percepito in quelle parole un suggerimento o una minaccia. “Tutti e due – risponde l’allora esponente leghista – Al momento un suggerimento, anche perché condito da qualche complimento personale. Ripensandoci mi ha un po’ spaventato. Oh, io non sono uno che si fa spaventare.. ma il contesto, gli affreschi, i commessi che aprivano le porte… non stavo mica parlando con l’ultimo arrivato”.
CHI E’ MARCO REGUZZONI, ENFANT PRODIGE DELLA LEGA DI BOSSI
Reguzzoni era uno degli ‘enfant prodige’ della Lega Nord. E’ stato il più giovane presidente di Provincia d’Italia (prima di Matteo Renzi) quando nel 2002, a soli 31 anni, viene eletto presidente della Provincia di Varese. Nel 2007 sempre con il centrodestra viene riconfermato alla presidenza della provincia con un consenso che sfiora il 70%, diventando l’uomo politico più votato nella storia della provincia di Varese. Nel periodo alla Camera dei Deputati ha firmato una legge sul Made in Italy che porta il suo nome. Al termine di quell’esperienza decide di lasciare la politica: “dopo la vicenda Monti non volevo più saperne. Votiamo, eleggiamo il Parlamento e poi ci troviamo al governo gente non votata”.
Dal 2013 è tornato a svolgere la sua professione come imprenditore nel campo immobiliare e nelle biotecnologie. Fondatore di Volandia, il parco e Museo del Volo a un passo da Malpensa e che oggi vanta oltre 100 mila visitatori l’anno, è stato anche presidente della società del gruppo Fiera Milano che ha presentato la candidatura per l’Expo 2015. Nel 2008 era a Parigi, insieme a Letizia Moratti, sul palco del Bureau International des Expositions per festeggiare la vittoria di Milano nella gara con Smirne per aggiudicarsi l’Esposizione Universale.
E oggi? “Adesso – spiega Reguzzoni sempre a La Verità – siamo in una situazione diversa e anche io sono tornato a fare qualcosina in politica, dopo essere rimasto fuori per tanti anni”. Sempre con la Lega? “No. Ho ripreso un’associazione che avevo fondato nel 2015, che si chiama I Repubblicani (rilanciata la scorsa settimana, ndr). Faremo qualcosa”.