Per le esequie dell’ex presidente della Repubblica Napolitano la famiglia ha scelto nove oratori tra autorità istituzionali, personalità politiche e gli stessi familiari
Nove oratori, scelti dalla famiglia tra autorità istituzionali, personalità politiche e tra gli stessi familiari. Per le esequie di Giorgio Napolitano, morto venerdì sera all’età di 98 anni, sembra tutto pronto. Il cerimoniale di Palazzo Chigi, che ha la competenza per i funerali di Stato, sta definendo gli ultimi aspetti organizzativi.
Al momento gli interventi previsti sarebbero nove: i presidenti di Camera e Senato, Lorenzo Fontana e Ignazio La Russa. Il figlio Giulio e la nipote Sofia. Poi Giuliano Amato, il cardinale Gianfranco Ravasi, Gianni Letta, Paolo Gentiloni e Anna Finocchiaro.
Il funerale laico, che si terrà martedì alle ore 11.30 nell’Aula di Montecitorio, durerà circa un’ora e mezza. Il feretro, dopo avere lasciato la camera ardente allestita al Senato, attraverserà piazza Montecitorio e sarà deposto nella Sala del Governo, attigua al Transatlantico. Poi gli ospiti italiani e quelli stranieri entreranno nell’emiciclo per assistere ai funerali di Stato laici.
Previste le presenze, oltre ovviamente del presidente della Repubblica Mattarella, anche del presidente della Repubblica francese Macron e del presidente tedesco Steinmeier.
COSA DIRANNO GLI ORATORI
Mario Ajello sul Messaggero ripercorre i rapporti che hanno legato per decenni alcuni degli oratori alla figura dell’ex presidente della Repubblica.
“Gianni Letta, da sottosegretario a Palazzo Chigi – spiega – ha avuto con Napolitano un rapporto intenso negli anni dei governi berlusconiani e si è stabilito tra loro un rapporto di proficua vicinanza. (…) Sarebbe perfino dovuto entrare, Letta, secondo l’auspicio di Napolitano, nel governo Monti come ministro. Perché molto a lui si deve, nella fase in cui Berlusconi di fronte al disastro finanziario dell’Italia nel 2011 era invitato da tutti a uscire da Palazzo Chigi, la moral suasion presso il Cavaliere a prendere atto della situazione. In questo con Napolitano c’era sintonia, senza la minima infedeltà da parte di Letta rispetto a Berlusconi”.
Anna Finocchiaro “sarà relatrice perché incarna molto napolitaniamente – sottolinea il cronista del Messaggero – la sinistra che si fa protagonista del professionismo parlamentare”.
Per quanto riguarda Giuliano Amato “che – ricorda Ajello – Napolitano scelse come giudice costituzionale e che a casa Macaluso a Testaccio mangiava il minestrone parlando di europeismo con Emanuele e Giorgio, è quello che ha visto in Napolitano sempre un politico «con lo sguardo oltre». Oltre i confini del comunismo e del post-comunismo (l’insistenza a trovare un accordo con il Psi di Craxi e di Amato) e oltre i confini nazionali”.
Paolo Gentiloni invece racconterà come Napolitano abbia “sempre avuto l’idea che lo sviluppo e la forza dell’Italia sarebbero stati possibili in un orizzonte europeo” mentre il cardinal Ravasi, presidente emerito del Pontificio consiglio della cultura, ripercorrerà i colloqui e i confronti condivisi con l’ex capo dello Stato sul tema del dialogo tra laici e credenti.
LA PRIMA VOLTA DI UN FUNERALE A MONTECITORIO
Come scrive Repubblica. sarà la prima volta di un funerale a Montecitorio, anche se prima di Napolitano anche le esequie (anch’esse laiche) degli ex presidenti della Camera Nilde Iotti (nel 1999) e Pietro Ingrao (nel 2015) furono celebrate a Piazza Montecitorio e quindi all’esterno dell’Aula. In entrambi i casi parteciparono le più alte cariche dello Stato insieme ai cittadini. Proprio per Iotti, tra coloro che presero la parola per ricordarla, vi fu l’allora europarlamentare Giorgio Napolitano.
Sedici anni dopo, in un palco allestito davanti Montecitorio per ricordare Ingrao arrivarono il Capo dello Stato Mattarella, il premier Matteo Renzi, i presidenti di Camera e Senato Laura Boldrini e Pietro Grasso. Tra coloro che intervennero per un ricordo ci furono Ettore Scola, don Luigi Ciotti e fu eseguita “Bella ciao”.