Fintech, in arrivo un comitato interministeriale per l’economia digitale con il Ddl presentato dal deputato Centemero per individuare “obiettivi, programmi e azioni dell’attività amministrativa e regolamentare” per lo sviluppo del settore
Un Comitato interministeriale per l’economia digitale nel settore bancario e finanziario che coordini le attività amministrative a livello nazionale e definisca le strategie con altri Paesi, europei e non: un meccanismo – nelle intenzioni del legislatore – che consentirà di far crescere in Italia il Fintech, ovvero il connubio tra servizi e prodotti finanziari e le più avanzate tecnologie dell’informazione. E’ l’obiettivo del disegno di legge presentato alla Camera dal leghista Giulio Centemero, che siede in commissione Finanze. Compito del Comitato è anche quello di individuare “obiettivi, programmi e azioni dell’attività amministrativa e regolamentare” per lo sviluppo del settore pure individuando progetti in collaborazioni pubblico-privato. Per le imprese due vantaggi: minori costi e uno strumento che le informi e le protegga.
ARTICOLO 1 – COMITATO INTERMINISTERIALE PER L’ECONOMIA DIGITALE NEL SETTORE BANCARIO, FINANZIARIO, AMMINISTRATIVO E LA FINANZA
Il primo articolo del ddl istituisce il Comitato, che può anche essere una costola del Cipe e che viene presieduto dal presidente del Consiglio. Ne fanno parte stabilmente i ministri dell’Economia, dello Sviluppo economico, delle Politiche europee, degli Esteri e del Lavoro. Partecipano invece alle riunioni, ma senza possibilità di voto, il governatore della Banca d’Italia, i presidenti della Consob, dell’Ivass, dell’Antitrust, il garante della Privacy e il presidente dell’Agid. Il Comitato, si legge nel provvedimento, “definisce le azioni necessarie per coordinare le attività amministrative rispetto alle iniziative nazionali ed assicura la definizione della strategia e gli indirizzi necessari da perseguire nei rapporti con gli altri Paesi e con l’Unione europea”.
Inoltre, ha il compito di “individuare obiettivi, programmi e azioni dell’attività amministrativa e regolamentare da porre in essere per lo sviluppo del settore”. Per “favorire il dialogo e il raccordo con gli operatori del settore” e anche per “le attività di promozione e per individuare progetti nazionali in collaborazioni pubblico privato” il Comitato adopera le strutture già esistenti, senza nuovi o maggiori costi per la finanza pubblica.
ARTICOLO 2 – REGOLAZIONE PROPORZIONALE
Entro 180 giorni dall’entrata in vigore del ddl il titolare dell’Economia – sentite Bankitalia e Consob – adotta un regolamento per stabilire condizioni e modalità nell’esercizio dell’attività per le imprese che intendano operare nel Fintech e avvalersi dei vantaggi che ne derivano: competere sul mercato spendendo meno e facendo spendere meno ai consumatori e ottenere più informazione e protezione.
Il regolamento, così come accade in ambito europeo, stabilisce che per 36 mesi le aziende interessate presentino requisiti patrimoniali ridotti e adempimenti semplificati. Inoltre, individua obblighi informativi, tempi per l’autorizzazione, requisiti di professionalità degli esponenti aziendali, profili di governo societario e di gestione dei rischi, forma societaria ammissibile.
Le imprese sono invece chiamate a “dimostrare l’innovatività del prodotto e del servizio” offerto e l’obiettivo che vogliono conseguire, chiarire come pensino di migliorare lo sviluppo della propria attività applicando il Fintech, collaborare con le Autorità di Vigilanza competenti per materia.
ARTICOLO 3 – UTILIZZO DELLA TECNOLOGIA NEI PROCESSI REGOLATORI E DI VIGILANZA
D’intesa con la Consob, ogni anno via Nazionale produce una relazione d’analisi sul settore bancario, finanziario, amministrativo e adopera “modalità innovative e tecnologiche” per svolgere la propria attività. Inoltre, segnala al Comitato interministeriale “eventuali modifiche normative o regolamentari” necessarie a far sviluppare il settore e a tutelare il risparmio e la stabilità finanziaria.