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Meloni ferma Nordio sulla mafia, accordo Ue-Tunisia sui migranti: le prime pagine

Meloni ferma Nordio sulla giustizia, la Delega fiscale, l’accordo Ue-Tunisia sui migranti, le minacce di Putin, il caso Frecciarossa Roma-Pompei. La rassegna stampa

CORRIERE DELLA SERA

“Giustizia, lo stop di Meloni” apre il maggiore quotidiano nazionale.

Tema che torna anche nel taglio alto (“Conta separare le carriere”).

Nel fondo spazio all’incontro della Nato (“L’occidente diviso sui regimi”).

In spalla spicca il memorandum sui migranti (“Migranti, firmato il Memorandum tra Ue e Tunisia”).

“Bombe a grappolo. Putin minaccia Kiev”, si legge subito sotto.

LA REPUBBLICA

“Fisco, tredici condoni”, apre il quotidiano Gedi. “In nove mesi pioggia di sanatorie: l’ultima, inserita nel decreto bollette, depenalizza l’omesso versamento di ritenute e Iva. E ora spunta l’ipotesi di inserire nella delega fiscale il taglio delle sanzioni ai grandi evasori che collaborano con l’Erario”, si legge nel sottotitolo.

Nel fondo troviamo il commento di Cottarelli, intitolato “L’eterno déjàvu di Salvini”.

“Meloni gela Nordio sul concorso esterno mafioso. Mulè: FI sta con lui”, si legge nel taglio alto.

Nella stessa sezione spicca il caso dell’inaugurazione del Frecciarossa Roma-Pompei (“La destra ferroviaria in carrozza per Pompei”).

“Firmato il memorandum Ue-Tunisia da 255 milioni”, si legge nel fondo.

“Tra i dannati di Roma stravolta da Caronte”, si legge subito sotto.

LA STAMPA

“Meloni sconfessa Nordio. Condono, stop a Salvini”, titola in apertura il quotidiano torinese.

Nel taglio alto spazio al caso dell’inaugurazione del Frecciarossa Roma-Pompei (“Quel treno per Pompei, la gita da Istituto Luce”).

“Chi pagherà il costo dell’evasione fiscale”, si legge nella stessa sezione.

Nel fondo spazio alla riforma della Giustizia (“La vera riforma è accorciare la durata dei processi”).

“Se la politica oscura la verità”, si legge subito sotto.

“Le contraddizioni della Premier”, titola De Angelis nella stessa sezione.

In spalla spazio all’analisi del no di Biden all’ingresso dell’Ucraina nella Nato (“Biden e la mitologia da Guerra Fredda dietro l’altolà a Kiev sul patto Nato”).

“Migranti ed energia, l’accordo di Tunisi”, si legge subito sotto.

IL SOLE 24 ORE

“Gestione dei risparmi. Depositi e mutui, per le famiglie scatta un doppio alert” apre il quotidiano di Confindustria.

Nel fondo spicca invece la delega fiscale (“Per il Fisco meno interpelli e più circolari”).

“Sei verifiche per le aziende”, si legge subito sotto.

“Paesi black list, il valore normale dei costi orienta la deducibilità”, titolano Cagnoni e D’Ugo nella stessa sezione.

A centro pagina spicca la sostenibilità del settore tessile-moda (“La Ue punta ad aumentare i vincoli per il settore tessile-moda”).

Tanti i temi in spalla, dall’immigrazione (“Da gennaio a marzo il 25,8% dei nuovi rapporti di lavoro è con stranieri”) ai professionisti (“Deontologia, ogni dieci avvocati un giudizio in corso”), passando per i contratti pubblici (“Così l’equo compenso manda in tilt il Codice appalti”) e le vacanze (“Affitti, canoni in salita e vacanze meno lunghe”).

IL FOGLIO

“Prove per una nuova Russia”, apre il quotidiano diretto da Claudio Cerasa.

“Opposizione sveglia! Non si batte più Meloni con il modello 25 aprile”, titola il direttore nel fondo.

“Per alcuni settori della magistratura e degli apparati, per il concerto mediatico-giudiziario, la realtà non può essere quella che si vede. E serve un reato ombra per rendere coerente la trama infinita di teorie del complotto”, scrive Giuliano Ferrara nella stessa sezione (“La sfera incongrua del concorso esterno e del deep state mafioso”).

“Il neoliberalismo che ha attecchito in Italia è merito dell”Europa e anche di chi oggi lo osteggia”, titolano Capone e Stagnaro nel taglio basso.

DOMANI

“Meloni scarica Nordio sulla mafia. La giustizia spacca il governo”, apre il quotidiano diretto da Emiliano Fittipaldi.

Nel taglio basso spazio alle riforme di Papa Francesco (“Le riforme di un papa riluttante. Ma la rivoluzione è per sempre”).

“Il tabù nucleare è inviolabile. Ora bisogna negoziare”, si legge nel fondo.

“La sfida difficile della lentezze. L’Italia resta il regno delle auto“, scrive Cotugno nei “Fatti”.

“La resistenza dal basso di Detroit. Così la città ha provato a rinascere”, titola Berardi.

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