Cosa pensa Fabio Panetta, ex membro del board della Bce e nominato governatore di Banca d’Italia al posto di Ignazio Visco a partire da novembre prossimo
Fabio Panetta nominato Governatore di Banca d’Italia, carica che terrà per 6 anni a far data dal prossimo 01 novembre 2023. La nomina del Governatore è disposta con decreto del Presidente della Repubblica (D.P.R. 10/07/2023), su proposta del Presidente del Consiglio dei ministri, previa deliberazione del Consiglio dei Ministri, sentito il parere del Consiglio superiore della Banca d’Italia.
Quest’ultimo, organismo – composto dal Governatore e da 13 Consiglieri Superiori – per dare questo parere si riunisce senza la presenza del Governatore: n quest’unico caso, infatti, il Consiglio Superiore è convocato e presieduto dal componente più anziano in ordine di nomina e, a parità di nomina, di età; il parere è deliberato a maggioranza qualificata dei due terzi dei componenti dell’organismo. Pur essendo nominato su proposta del Governo, il Governatore della Banca d’Italia agisce in modo indipendente e autonomo dal potere politico.
Può svolgere al massimo due mandati di sei anni ciascuno, e non può essere rimosso o formalmente influenzato nelle sue decisioni da parte del governo.
Panetta prenderà il posto di Ignazio Visco, a capo della Banca d’Italia dal 2011.
Nato a Roma il 01.08.1959, il prossimo Governatore è figlio di Paolino Panetta, sindaco di Pescosolido (Frosinone) dal 1964 al marzo del 1982 e dal giugno 1985 fino al 1993, figura eminente della Dc nazionale e consigliere (tra gli altri) del Presidente del Consiglio Giovanni Spadolini.
Suo fratello Giovanni è stato deputato dei Cristiani democratici uniti dal 1996 al 1999, anno in cui è morto in un incidente automobilistico vicino ad Anagni.
Laureato con lode in Economia nel 1982 presso l’università LUISS di Roma, prosegue gli studi presso la London School of Economics, dove consegue il Master of Science in Economics, e successivamente presso la London Business School, dove consegue il Ph.D. in Economics and Finance.
In Banca d’Italia dal 1985, viene assegnato al Servizio Studi. Nel luglio 2011 diviene Direttore Centrale con il compito di coordinare le attività connesse con la partecipazione della Banca d’Italia all’Eurosistema e l’analisi della stabilità finanziaria. È stato tra i componenti del Consiglio di vigilanza del Meccanismo di vigilanza unico presso la BCE dal 2014 al luglio 2019. Direttore Generale della Banca d’Italia, nonchè Presidente dell’Istituto per la Vigilanza sulle Assicurazioni (IVASS), dal 10 maggio 2019 (D.P.R. del 3 maggio 2019) al 31 dicembre 2019.
Dal 2020 è membro del comitato esecutivo della Bce (dal quale ora dovrà dimettersi, e non è detto che sarà rimpiazzato con un altro italiano), formato da 6 membri, compresi la presidente Christine Lagarde e il vicepresidente Luis de Guindos, e sono loro a preparare le riunioni del Consiglio direttivo, che riunisce tutti i banchieri centrali dell’area euro e approva le scelte di politica monetaria.
Evidente come il ruolo di consigliere garantisca relazioni ai massimi livelli nel mondo delle banche centrali, della politica economica europea e della finanza internazionale. Alla Bce, Panetta si è occupato in particolare del progetto dell’euro digitale, su cui la banca centrale prenderà una decisione a ottobre.
In una giornata di studio tenutasi in occasione del Salone dell’Ottimismo nel salone dei 500 di Palazzo Vecchio a Firenze il 25.11.2021 (riportata da Il Foglio del 28.11.2021), il prossimo Governatore così si esprimeva circa i fondamenti dell’inflazione, argomento in oggi di strettissima attualità: distinguendo tra l’inflazione buona, quella brutta e quella cattiva: “Ho cercato di utilizzare questo artificio retorico preso dal film di Sergio Leone per far capire un concetto non semplice ….. Vi è inflazione “buona” quando l’economia cresce e l’aumento della domanda genera pressione sull’offerta e un aumento dei prezzi, senza che questo rappresenti un problema reale. Vi è poi una seconda categoria, quella “brutta”: l’inflazione che emerge quando i prezzi iniziano a crescere ma l’economia non fa altrettanto. È quello che vediamo oggi, con una serie di shock verificatisi a livello mondiale. Ma anche in questo caso non necessariamente la banca centrale deve intervenire: ha l’opportunità di agire sulla domanda, per frenarla quando vi è un eccesso di potere d’acquisto ed evitare che l’inflazione possa andare fuori controllo. Vi è poi un terzo tipo di inflazione, la peggiore di tutti, quella “cattiva”, non determinata da fattori temporanei come i colli di bottiglia nella produzione. Se si mette in moto un meccanismo di propagazione che manda l’inflazione fuori controllo, allora la Bce è chiamata a intervenire. Oggi no perché creerebbe più danni che benefici: non riuscirebbe a incidere sulle cause dell’inflazione e rallenterebbe l’andamento dell’attività produttiva. Le misure della banca centrale non avrebbero efficacia allo stato attuale”. Spiegava quindi l’economista: “In questi anni la Bce è stata fin troppo efficiente a garantire la stabilità dei prezzi: riportare l’inflazione al 2 per cento, quando tutti gli investitori se lo aspettano, può essere particolarmente costoso”.
Su queste basi, due anni dopo, Fabio Panetta si è eretto ad uno dei maggiori critici dell’operato della Bce e della sua Presidente Christine Lagarde, e dei numerosi aumenti dei tassi di interesse decisi dall’Istituto centrale europeo in questi ultimi mesi. Altre sue posizioni note sono quelle in tema di criptovalute, che in un recente convegno ha definito romanescamente “una sòla”, ritenendole dannose e controproduttive per un ordinato sviluppo dell’economia mondiale.
Pubblicato su Elezioni e sistemi elettorali nel mondo