Secondo il Ceo Gelsinger, intervistato dal Corriere della Sera, “l’Italia è ancora in gioco, ma anche altri Paesi candidati”
Questione Intel. La multinazionale americana vuole sbarcare in Europa con una mega fabbrica. L’idea di lungo termine è quella di investire nel Vecchio Continente 80 miliardi di euro da qui a dieci anni. Un piano annunciato a marzo 2022 in linea con i progetti dell’Unione europea. E c’entra anche il nostro Paese. Con il governo italiano aveva raggiunto un’intesa per la cittadina di Vigasio (Veneto), l’investimento totale nello Stivale ammonta a 4,5 miliardi di euro e – fonte Reuters – assicurerà 5mila posti di lavoro indotto compreso. Quando? Tra due, massimo quattro anni. “Con questo investimento storico, Intel porterà la sua tecnologia più avanzata nel continente, aiutando l’UE a creare un ecosistema di chip europeo di prossima generazione”, annunciava il gruppo.
LO SBARCO DI INTEL IN EUROPA E IN ITALIA
Una scelta, quella di Vigasio per l’Italia, fatta per motivi strategici di miglior collegamento rispetto all’opzione Piemonte con la Germania. A Magdeburgo, infatti, Intel sbarcherà con due stabilimenti.
Intel aveva, sempre a marzo scorso, aggiunto di avviare una prima fase da 17 miliardi di investimenti da indirizzare su tre progetti coinvolgenti Germania e Francia ma anche Irlanda, Italia Polonia e Spagna.
Nel corso dei mesi, però, si sono accumulati ritardi. Come ricostruito dal Sole 24 Ore a novembre, il cambio di esecutivo a Palazzo Chigi non aveva certo facilitato i progressi dei lavori. Il negoziato doveva concludersi a dicembre ma, al netto della sempre presente disponibilità da parte italiana, l’impasse è risultato pressoché inevitabile.
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Fino a mettere sul piatto l’ipotesi definitiva di binario morto.
Sempre a novembre, Luca Zaia – presidente della Regione Veneto – diceva che “esiste una nostra candidatura, immagino che sia stata scelta prioritariamente. Posso garantire che stiamo lavorando da più di un anno e siamo in una fase cruciale”. E lo stesso numero uno della Lega in Veneto chiedeva uno sforzo al nuovo governo, “un passo in più”.
PER IL CEO GELSINGER SIAMO ANCORA IN GIOCO
Arriviamo a oggi. Dopo le frenate, i ritardi e le ipotesi più maliziose, il Ceo Pay Gelsinger ha detto al Corriere della Sera che l’Italia è ancora in gioco.
Intel is investing in global semiconductor capacity today to anticipate the needs of tomorrow.
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— Intel News (@intelnews) November 28, 2022
“Con la Germania stiamo andando avanti. Punto — dice Gelsinger al Corriere in una pausa dei lavori di Davos — Stiamo finendo i negoziati su alcuni aspetti con l’Unione europea e con i tedeschi sulle dimensioni (dell’impianto, ndr) e altro”, si legge sul quotidiano di via Solferino. Al quale Gelsinger ricorda che “il Chips Act europeo non è ancora stato approvato”.
Attualmente, aggiunge il Corsera, “un altro fattore di incertezza, per il Ceo di Intel, riguarda l’ubicazione dell’investimento sul back-end (da 1,5 miliardi per l’azienda, più una somma del governo ospitante di quasi altrettanto)”. Ma, appunto, non si sa ancora la destinazione. “L’Italia è ancora in gioco, ma anche altri Paesi candidati. Stiamo cercando di vedere dove. Decideremo entro l’anno”. Non resta che monitorare il corso della vicenda.