A che punto è la trattativa con i pastori sardi sul prezzo del latte ovino. Dai microfoni di Radio 1, Cento Città, il Ministro Centinaio spiega lo stato dell’arte. Non sono d’accordo i pastori sardi. Ancora in subbuglio anche le aziende di trasformazione del latte, che non riescono a lavorare
Il Tavolo di filiera sulla crisi del latte ovino fa discutere e provoca la protesta ancora dei pastori sardi. Ieri si è svolto a Roma l’appuntamento del Tavolo e quest’oggi la trasmissione di Radio 1, Cento Città, condotta da Ilaria Amenta e Gianluca Semprini ha affrontato il tema. Alla base della trasmissione la domanda: perché i pastori protestano ancora, nonostante l’apertura di un tavolo di filiera? Avete affrontato il problema del prezzo – di cui anche Policy Maker ha dato conto in questi giorni: ovvero la proposta dei pastori di portare il prezzo base a 80 centesimi contro i 72 centesimi offerti dai trasformatori.
LA VERSIONE DEL MINISTRO CENTINAIO
A rispondere ai microfoni di Cento Città, il Ministro delle Politiche Agricole, Gian Marco Centinaio, che ha spiegato l’intento del tavolo di ieri: “Il tavolo di ieri non si è svolto per parlare di prezzo, ma di regole, erano presenti i trasformatori di Assolatte, non nella figura dei proprietari ma nelle figure dei tecnici, e si è parlato di filiera con un tavolo ad hoc presieduto dal Prefetto di Sassari. Chi si è presentato al tavolo con altre aspettative non aveva letto la convocazione”. Ma la questione del prezzo, chiedono gli intervistatori? “Tante cose che erano sul tavolo sono state decise e deliberate con la soddisfazione di tutti, pastori compresi. I pastori non sono soddisfatti del prezzo? Questa questione la tratteranno la settimana prossima”. Intanto per orientare il mercato, e per abbassare il prezzo del formaggio pecorino presente in surplus sul mercato, dice Centinaio: “abbiamo messo sul piatto 50 milioni di euro, di cui 10 milioni per ristrutturare la filiera, i restanti 40 milioni (da parte di Ministero Interno, regione Sardegna e Banco di Sardegna) saranno utilizzati per il prezzo, facendolo calare, con l’acquisto del pecorino. L’obiettivo che abbiamo è che ci sia un calo del prezzo”.
I PASTORI SARDI NON CI STANNO. I TRASFORMATORI CHIEDONO SERENITÀ PER TRATTARE
Non sono dello stesso avviso i pastori sardi, che fanno sentire la propria voce tramite Giovanni Sanna, uno dei portavoce Movimento dei pastori sardi: “No non siamo soddisfatti del tavolo, ci aspettavamo la presenza dei nostri industriale, perché i 72 centesimi decisi non bastano”. Sanna recrimina sulla “mancata presenza dei proprietari”. Bloccherete i seggi di domenica o manterrete la tregua? “Vedremo, non è facile organizzare la protesta, siamo amareggiati e delusi, ci sentiamo presi in giro”.
Giovanni Argiolas, Presidente del Consorzio di Tutela del Pecorino, sull’assenza delle aziende di trasformazione al tavolo della filiera, contestato dai pastori, ha dichiarato a Radio 1: “non eravamo al tavolo ieri perché siamo in stato di assedio nelle aziende.
Il tavolo doveva essere di filiera, la presenza c’era da parte dei funzionari di Assolatte e quindi noi c’eravamo, la situazione qui in Sardegna è di emergenza, siamo privi dei nostri diritti di far funzionare le aziende”. Cosa chiedete? “Chiediamo di sederci ad un tavolo con serenità, senza che ci venga impedito di lavorare”.