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Cosa cambia con l’aumento dei tassi della Bce. Parla Craig Erlam (OANDA)

L’aumento dei tassi della Bce avrà conseguenze sui cittadini e potrebbe peggiorare la situazione. Cosa sostiene l’analista di OANDA Craig Erlam

Le attese sono state confermate. La Bce ha alzato, ancora nuova volta, i tassi di interesse nella speranza di frenare l’aumento dei prezzi. Una scelta che secondo Craig Erlam, analista senior di OANDA, “potrebbe peggiorare la situazione”.

Andiamo per gradi.

La decisione della Bce

Partiamo dai fatti. La Banca centrale europea ha alzato i tassi d’interesse di 0,75 punti, con effetto dal 14 settembre. Il tasso principale sale a 1,25%, il tasso sui depositi a 0,75% e il tasso sui prestiti marginali a 1,5%.

Cosa significa l’aumento dei tassi per i cittadini

Numeri, quelli sopra, che di fatto si traducono in un maggiore costo “dei prestiti”. Si tratta di tassi che non vediamo di solito “e che non siamo abituati più a vedere”, dice Erlam a Policy Maker. Ed il rialzo riguarda “i mutui, i prestiti e le carte di credito”.

Cosa cambia per i cittadini

In pratica, “i tassi ipotecari aumenteranno in linea con le variazioni dei tassi della BCE, che avranno un impatto diverso sulle famiglie a seconda della loro situazione di vita. In definitiva, il costo della vita per molti è destinato ad aumentare ancora nel breve periodo, nella speranza che l’inflazione torni al 2% nel medio termine”.

Verso la recessione?

Una speranza che ora, agli occhi dell’analista pare lontana. “Di solito queste misure vengono introdotte quando l’economia è in fase di espansione, per raffreddarla e sostenere il periodo di crescita economica e prosperità”, afferma Craig Erlam.

“In questa occasione sono il risultato di un’inflazione estremamente elevata, mentre i bilanci sono già in crisi: il rischio è di aggravare il problema e probabilmente portare l’economia in recessione”.

 

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