Sembra finalmente aver preso quota il piano vaccinale italiano, oltre il 70% dei soggetti maggiormente anziani è stato messo al riparo: gli effetti già si vedono con le terapie intensive scese sotto la soglia di criticità
Una persona su 4 in Italia ha ricevuto almeno una dose di vaccino anti-Covid, e oltre il 70% degli over80 ha completato il ciclo. Ma è necessario rendere stabile l’obiettivo delle 500.000 dosi al giorno, raggiunto solo nei due giorni del 29 e 30 aprile. A indicarlo è il monitoraggio indipendente della Fondazione Gimbe riferito alla settimana tra il 28 aprile e 4 maggio. Al 5 maggio risultano consegnate 24.779.590 dosi, cioè il 32,5% di quelle previste per il 1° semestre 2021.
Funziona insomma il piano di Mario Draghi e del generale Francesco Paolo Figliuolo che ha messo al primo posto del piano vaccinale i soggetti che avevano maggiori probabilità di finire nelle terapie intensive, intasandole. Lo confermano anche i numeri dell’Agenzia Nazionale per i Servizi sanitari regionali (Agenas), relativi alla giornata del 5 maggio: scende al 26% il livello di occupazione delle terapie intensive, ovvero 4 punti sotto la soglia critica del 30%. Tornano quindi al valore dello scorso 1 febbraio, ovvero prima dell’effetto della Terza Ondata. Solo 4 regioni, inoltre, superano tale soglia oltre la quale diventa difficile la presa in carico di malati non Covid: Lombardia, Marche, Toscana e Puglia. Il 27 aprile, le terapie intensive erano al 30% e 7 le regioni oltre questo valore.
Intanto, novità per i lombardi: «Più persone vaccinate prima con allungamento intervallo tra prima e seconda dose Pfizer e Moderna. In Lombardia per chi ha già appuntamento per la seconda dose non cambia nulla. Solo a partire da domani 7 maggio, gli appuntamenti per la seconda dose saranno fissati a 35-42 giorni e non più a 21». È quanto scrive la vice presidente e assessore al Welfare di Regione Lombardia, Letizia Moratti, sul proprio profilo Twitter.