Prosegue l’esame del Ddl Lobby in commissione Affari costituzionali della Camera. Alle 12 di oggi saranno auditi i rappresentanti di Telos A&S e Open Gate Italia
Prosegue in commissione Affari costituzionali alla Camera l’iter della proposta di legge sulle Lobby fortemente voluta dal Movimento Cinque Stelle, presentata un anno fa. Il provvedimento, a prima firma Silvestri, è stato abbinato a quello del Pd, prima firma Madia, e a quello di Italia Viva, prima firma Fregolent. Relatrice del disegno di legge è Roberta Alaimo (M5S).
COSA PREVEDE IL DDL LOBBY
Tutte e tre le proposte di legge all’esame della commissione di Montecitorio prevedono l’obbligo di iscrizione a un Registro ad accesso pubblico, il rispetto di un codice deontologico e la redazione di un’agenda dei propri incontri, l’istituzione di un Comitato per la Trasparenza, presso l’Autorità garante della concorrenza e del mercato.
OBBLIGHI DEGLI ISCRITTI AL REGISTRO
Per chi è iscritto al registro esistono alcuni obblighi (articolo 8) tra cui il fatto di non poter dare — “a titolo di liberalità”— alcuna somma di denaro o altre utilità a rappresentanti del Governo oppure a partiti, movimenti e gruppi politici o a loro esponenti
L’ITER
Presentato il 23 marzo 2018, l’esame del Ddl Lobby in commissione è iniziato l’11 dicembre 2019. Lo scorso 2 marzo la I commissione ha ascoltato le relazioni dei rappresentanti di Finco (Federazione Industrie Prodotti Impianti Servizi ed Opere Specialistiche per le Costruzioni), Gianluca Comin, Professore di Strategie di Comunicazione presso l’Università Luiss Guido Carli di Roma e Presidente e Founder di Comin & Partners e Fabio Bistoncini, Fondatore e Amministratore Delegato di FB&Associati.
COSA HANNO DETTO FINCO, COMIN&PARTNERS E FB&ASSOCIATI
Se tutte e tre le società hanno concordato sull’importanza della regolamentazione del concetto “rappresentanza di interessi”, un punto certamente delicato è costituito dalla scelta dell’Organo cui affidare la gestione ed il controllo del Registro di cui trattasi. Sia Finco sia Comin&Partners ritengono infatti meritevole la proposta di affidare a un soggetto terzo e indipendente da Governo e Parlamento, come un’Autorità amministrativa indipendente, le funzioni di cura e gestione del Registro ma entrambe preferiscono l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato all’Anac. In quest’ultimo caso potrebbe suonare spiacevole il fatto che la disciplina della lobby sia affidata ad un soggetto denominato Autorità Anticorruzione.
Un altro punto su cui sia Gianluca Comin sia Fabio Bastoncini hanno posto l’accento riguarda il c.d. fenomeno delle “revolving doors”. Entrambi sono d’accordo sulla necessità di vietare che un lobbista possa ricoprire una carica pubblica elettiva – o, comunque, svolgere il ruolo di “decisore” – e viceversa, almeno in un lasso di tempo congruo.